Archivio della categoria: Protocolli

Il World Wide Web ha 20 Anni: Crescita della “Salute” in Rete in Italia. Video

Internet e Salute

Il World Wide Web ha 20 Anni

Crescita dell’e-Health in Rete in Italia. Video

Il Web ha 20 anni e rappresenta un punto di svolta per il mondo come la ruota. E oggi, per festeggiare la ricorrenza si sta svolgendo a Roma l’ Happy Birthday Web una kermesse di alcuni giorni zeppa di addetti ai lavori e non, di cui è protagonista proprio il suo ideatore, Berners-Lee, che ha aperto il proprio keynote ribadendo la differenza che c’è fra Internet e il Web: “ Io non ho inventato Internet – ci tiene a sottolineare – Internet esiste da quarant’anni. Venti anni fa vivevo in un mondo in cui ero libero di accedere alla Rete senza essere spiato né bloccato. Lavoravo al Cern con persone di tutto il mondo, scambiandoci documenti scritti in linguaggi diversi e creati su sistemi operativi diversi e che a volte non si riuscivano a leggere proprio per queste differenze”. Ecco il motivo all’origine dell’invenzione di Berners-Lee, che ricorda: “ Internet era una piattaforma. Io ho iniziato creando un browser, un server e delle pagine web”. 
Era il 13 marzo del 1989 quanto il fisico inglese Tim Berners-Lee presentò al Cern questo documento: “Information Management: a Proposal”, un sistema per scambiarsi velocemente i dati scientifici tra gli scienziati. Nacque cosi il World Wide Web, l’attuale e ormai famoso WWW, l’internet che ancora oggi conosciamo e che ha cambiato radicalmente la nostra vita. 
Il primo server usato fu un computer NeXT, realizzato dalla nuova ditta di Steve Jobs, che aveva lasciato per la prima volta la Apple. Ma la vera rivoluzione ha una data posteriore: è il 1993 quando nasce Mosaic, il primo browser, per sfogliare le pagine su internet. In questo stesso anno il Cern svizzero rinuncia ai diritti d’autore sulla rete e mette a disposizione di tutti i protocolli del software. Da quel giorno i siti internet sono cresciuti in maniera esponenziale: nel 1993 erano appena 130, nel 2003 35 milioni, nel 2008 180 milioni. In Italia oggi ci sono 1,5 milioni di domini. 
E a 20 anni di distanza dalla sua creazione, il problema principale per internet è la privacy; la gente usa Internet anche quando ha dei problemi per sapere se ha contratto malattie, o riguardo alle proprie opinioni politiche. Ma è vitale che non vengano spiati, questo il commento in merito di Tim Berners Lee.

La crescita della salute in rete

Negli ultimi anni la rete internet è diventata uno strumento senza dubbio importante per l’aggiornamento e per la qualità del lavoro del personale medico, come è risultato anche nel corso dell’indagine Censis-Forum per la ricerca biomedica del 2004, ” I medici e l’innovazione farmacologia ” dalla quale emerge come il 56,8% dei medici si serva degli strumenti informatici per ottenere supporto conoscitivo al momento della diagnosi, mentre è il 21,1% ad aggiornarsi soprattutto tramite internet.

Secondo i dati pubblicati nel 2003 dalla Health On the Net Foundation, un’organizzazione non governativa internazionale che accredita i siti sanitari affidabili (come Timeoutintensiva.it che è un sito HON Accreditato), e che conduce periodicamente attività di rilevazione sui fruitori delle informazioni di carattere sanitario in rete, più del 35% degli utenti europei della e-health sono pazienti che cercano soprattutto informazioni ed approfondimenti sulle malattie, e che dunque fruiscono del web come di un vero e proprio consulente medico e sanitario.

Nel panorama dell’informazione sanitaria non professionale internet si avvia dunque ad assumere un ruolo di prim’ordine, e se i dati Monitor Biomedico del 2002 evidenziano che il 38,0% degli italiani ottiene informazioni sanitarie dalla televisione, il 19,1% fa riferimento a parenti ed amici, il 14,2% ai quotidiani con inserti di salute ed il 12,6% alle pubblicazioni e alle riviste specializzate, sul totale dei circa 20 milioni di italiani che ad oggi utilizzano internet ( pari al 42,7% della popolazione maggiorenne ) è infatti il 95,2% degli internauti a servirsi della rete per visitare siti e per cercare informazioni, ed il 26% delle ricerche condotte sul web riguarda argomenti legati alla salute ed al benessere.

“Information Management: a Proposal”: il Documento con cui Tim Berners Lee Presentò al Cern il Progetto che Avrebbe Dato Origine al WWW

Happy Birthday Web : Il Sito Dove Potete Seguire Le Conferenze

Il Sito da Cui Potete ancora fare il Download di Mosaic Il Primo Browser

Il Sito della Health on The Net Foundation (HON) Che Accredita l’Affidabilità dei Siti Sanitari Europei (come Timeoutintensiva.it)

La Nostra Certificazione HONcode

Articoli Correlati: “Internet e Salute”

Come Ridurre La Trasmissione Dello Stafilococco Aureo Meticillino Resistente (Mrsa) ?

Editoriale

Come Ridurre La Trasmissione Dello Stafilococco Aureo Meticillino Resistente (Mrsa) negli Ospedali per acuti e nelle Terapie Intensive?

Sono Usciti recentemente sulla rivista New England Journal of Medicine due interessanti articoli scientifici sul come ridurre la trasmissione dello stafilococco aureo meticillino resistente (mrsa) negli Ospedali per Acuti e nelle Unità di Terapia Intensiva, ma con risultati contrastanti:

- Nel primo, svolto in tutti gli Ospedali dei Veterans Affaires per acuti negli USA, sono state implementate delle misure per cercare di ridurre la trasmissione dello stafilococco aureo meticillino resistente (MRSA). Queste misure comprendevano la determinazione del germe a livello nasale di tutti i pazienti, precauzioni igieniche durante la visita e la manipolazione di pazienti carriers, il lavaggio sistematico delle mani dopo ogni visita medica e un programma di insegnamento rivolto a tutto il personale che veniva in contatto con pazienti portatori di MRSA. Durante i due anni precedenti il programma di controllo dell’infezione da MRSA, non si erano registrate differenze nella frequezna mensile di infezioni da MRSA nei vari centri VA. Dopo l’implementazione del programma, e per un periodo di quasi tre anni, la frequenza mensile di infezioni da MRSA diminuì significativamente sia per le unità di terapia intensiva che per i reparti di cure non intensive.

- Nel secondo lavoro è stata valutata l’efficacia di un programma simile, in 18 unità di Terapia intensiva per un periodo di sei mesi. In questo studio non si è evidenziata alcuna differenza tra prima e dopo l’implementazione del programma, sia per le infezioni da MRSA che per quelle da enterococco vancomicino resistente.

I risultati positivi nel primo e negativi ottenuti nel secondo studio recensito, possono dipendere dal fatto che, in questo ultimo caso, il programma di controllo dell’infezione era limitato solo ai reparti di cure intensive e non riguardava altri reparti ospedalieri, come nel primo lavoro, oltre al follow up che è stato di soli sei mesi,  forse troppo pochi per permettere alle misure prevenitive di esplicare pienamente la loro efficacia. E’ noto infatti che ci vuole tempo affinchè diventino un’ abitudine consolidata le modificazioni dei comportamenti del personale sanitario.

Credo che per una valutazioni più approfondita si richiederanno studi multicentrici che coinvolgano medici, farmacisti, infermieri, microbiologi, ricercatori… La creazione di solide prove per guidare l’uso di antimicrobici in unità di terapia intensiva può essere un esempio importante per il sistema sanitario di apprendimento sull’azione di cura, come emerge anchhe dalla discussione che su NEJM nè è scaturita.

Savas

Vi riportiamo i link ai due Lavori:

1 – Original Article

Veterans Affairs Initiative to Prevent Methicillin-Resistant Staphylococcus aureus Infections

Rajiv Jain, M.D., Stephen M. Kralovic, M.D., M.P.H., Martin E. Evans, M.D., Meredith Ambrose, M.H.A., Loretta A. Simbartl, M.S., D. Scott Obrosky, M.S., Marta L. Render, M.D., Ron W. Freyberg, M.S., John A. Jernigan, M.D., Robert R. Muder, M.D., LaToya J. Miller, M.P.H., and Gary A. Roselle, M.D.

N Engl J Med 2011; 364:1419-1430 April 14, 2011

2 – Original Article

Intervention to Reduce Transmission of Resistant Bacteria in Intensive Care

W. Charles Huskins, M.D., Charmaine M. Huckabee, M.S., Naomi P. O’Grady, M.D., Patrick Murray, Ph.D., Heather Kopetskie, M.S., Louise Zimmer, M.A., M.P.H., Mary Ellen Walker, M.S.N., Ronda L. Sinkowitz-Cochran, M.P.H., John A. Jernigan, M.D., Matthew Samore, M.D., Dennis Wallace, Ph.D., and Donald A. Goldmann, M.D. for the STAR*ICU Trial Investigators

N Engl J Med 2011; 364:1407-1418 April 14, 2011

Considerazioni Infermieristiche Come Complemento Alle Linee Guida “Surviving Sepsis Campaign”

Letture Consigliate

Nurse Science

From Critical Care Medicine

Nursing Considerations to Complement the Surviving Sepsis Campaign Guidelines

Leanne M. Aitken, RN, PhD, FRCNA; Ged Williams, RN, MHA; Maurene Harvey, RN, MPH; Stijn Blot, RN, Cc, RN, MNSc, PhD; Ruth Kleinpell, RN, PhD; Sonia Labeau, RN, MNSc; Andrea Marshall, RN, PhD; Gillian Ray-Barruel, RN, Grad Cert ICU Nursing, BA (Hons); Patricia A. Moloney-Harmon, RN, MS, CCNS, FAAN; Wayne Robson, RN, MSc; Alexander P. Johnson, RN, MSN, ACNP-BC, CCNS, CCRN; Pang Nguk Lan, RN, MSc; Tom Ahrens, RN, DNS, FAAN

Critical Care Medicine, July 2011

Abstract

Objectives: To provide a series of recommendations based on the best available evidence to guide clinicians providing nursing care to patients with severe sepsis.
Design: Modified Delphi method involving international experts and key individuals in subgroup work and electronic-based discussion among the entire group to achieve consensus.
Methods: We used the Surviving Sepsis Campaign guidelines as a framework to inform the structure and content of these guidelines. We used the Grades of Recommendation, Assessment, Development, and Evaluation (GRADE) system to rate the quality of evidence from high (A) to very low (D) and to determine the strength of recommendations, with grade 1 indicating clear benefit in the septic population and grade 2 indicating less confidence in the benefits in the septic population. In areas without complete agreement between all authors, a process of electronic discussion of all evidence was undertaken until consensus was reached. This process was conducted independently of any funding.
Results: Sixty-three recommendations relating to the nursing care of severe sepsis patients are made. Prevention recommendations relate to education, accountability, surveillance of nosocomial infections, hand hygiene, and prevention of respiratory, central line-related, surgical site, and urinary tract infections, whereas infection management recommendations related to both control of the infection source and transmission-based precautions. Recommendations related to initial resuscitation include improved recognition of the deteriorating patient, diagnosis of severe sepsis, seeking further assistance, and initiating early resuscitation measures. Important elements of hemodynamic support relate to improving both tissue oxygenation and macrocirculation. Recommendations related to supportive nursing care incorporate aspects of nutrition, mouth and eye care, and pressure ulcer prevention and management. Pediatric recommendations relate to the use of antibiotics, steroids, vasopressors and inotropes, fluid resuscitation, sedation and analgesia, and the role of therapeutic end points.
Conclusion: Consensus was reached regarding many aspects of nursing care of the severe sepsis patient. Despite this, there is an urgent need for further evidence to better inform this area of critical care.

Per Continuare A Leggere Vai All’articolo (Free)  Cliccando qui

Già Da Noi Pubblicati:

Linee Guide Internazionali 2008 per il Managment della Sepsi Severa e dello Shock Settico (In Italiano)

Abstract e Algoritmo (Booklet): Linee Guida e Managment della Sepsi Severa e dello Shock Settico (in lingua inglese)



Protocollo Operativo Per L’ Esecuzione Dell’ Esame Di Risonanza Magnetica In Eta’ Neonatale E Pediatrica

Articolo Scientifico

Protocollo Operativo Per L’ Esecuzione Dell’ Esame Di Risonanza Magnetica In Eta’ Neonatale E Pediatrica

Dr.ssa G. Lazzaro

U.O. II Anestesia e Rianimazione

AORNAS Civico Palermo

Gennaio 2011

OBIETTIVI  DEL  PROTOCOLLO

Il presente protocollo è stato redatto congiuntamente dall’U.O. di Radiologia e dall’ U.O. della II Anestesia e Rianimazione con lo scopo di:

  • Garantire che l’esecuzione dell’ esame di Risonanza Magnetica (RM) nei pazienti di età neonatale e pediatrica venga eseguito in condizioni che assicurino sia l’ottimizzazione della qualità delle immagini sia la sicurezza clinica e il comfort del piccolo paziente  e dei genitori che lo accompagnano i quali dovranno sottoscrivere il loro consenso “informato” all’ espletamento della procedura.
  • Ottimizzare e armonizzare i comportamenti assistenziali tra le figure professionali coinvolte ( Medici, Infermieri, Personale Ausiliario) riducendo i tempi di attesa, facilitando il percorso intraospedaliero dei pazienti, contenendo i costi e minimizzando il rischio clinico nella consapevolezza che il lavoro di gruppo sviluppa una forza esponenziale rispetto allo sforzo del singolo.
  • Garantire che la tecnica anestesiologica scelta per una procedura che si svolge al di fuori della sala operatoria, condivisa , implementata dal 2003 ad oggi e opportunamente revisionata sulla base del numero di procedure annualmente eseguite e registrate in apposito database (utile anche alla trasmissione dei flussi informativi aziendali) unitamente alle eventuali complicanze segnalate,  venga uniformemente applicata dai Medici Anestesisti che eseguono la procedura, in modo da minimizzare l’esposizione del piccolo paziente al rischio clinico.

Per  Continuare a leggere Clicca qui


Timeotintensiva.it, N° 16, Focus,  Aprile 2011

Protocollo per la Profilassi Antibiotica in Chirurgia Ortopedica

Articolo Scientifico

Protocollo per la Profilassi Antibiotica in Chirurgia Ortopedica

Dr.ssa G. Lazzaro

U.O. II Anestesia e Rianimazione “G. Trombino”

Direttore: Dr. R. Tetamo

novembre 2010

Con il termine di profilassi antibiotica si intende la somministrazione di chemioterapici secondo modalità ben definite, in assenza di infezione in atto, allo scopo di prevenirne sia l’insorgenza che l’eventuale successiva diffusione. L’uso dell’antibiotico ha quindi finalità preventive e NON terapeutiche. In chirurgia per profilassi s’intende la somministrazione di un farmaco prima che si verifichi la contaminazione batterica del campo operatorio ed il successivo sviluppo di un’infezione del sito chirurgico.

A tal proposito si ricorda che la somministrazione dell’antibiotico và effettuata preoperatoriamente circa 30’ prima dell’incisione della cute e per via endovenosa in modo da ottenere un’elevata concentrazione del farmaco nel sito da operare, tale da ridurne notevolmente la carica batterica presente. Somministrare l’antibiotico solo dopo l’esecuzione dell’intervento, ha esclusivamente effetto “placebo” ai fini della prevenzione dell’infezione della ferita poiché il chirurgo ha operato in un campo con carica batterica elevata.

La profilassi non ha lo scopo di “sterilizzare” i tessuti, ma quello di ridurre la carica microbica nel sito di intervento ad un livello che possa venire controllato dalle difese dell’ospite…. per continuare a leggere l’articolo Clicca qui

Timeoutintensiva.it, N° 15, Technè, 4 Gennaio 2011