Manovra Economica 2011
Cambiamo La Manovra !
Medici: La Sanità Non Si Tocca ! Manifestazione Nazionale Roma 13 Ottobre 2011
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Medici: La Sanità Non Si Tocca ! Manifestazione Nazionale Roma 13 Ottobre 2011
Fine Vita e Fumetti
Diabolik e “La Morte Dolce”
Nella ristampa di un episodio del celebre fumetto, i protagonisti si pronunciano a favore della dolce morte
“Forse la paura delle parole Eutanasia e ‘dolce morte’, per ciò che significano, ha creato una ‘polilalia’ reattiva, che ha messo tanti al riparo dal farsene avvicinare anche nel pensiero. Tante parole, troppe, sono state dette e spese, ed hanno rappresentato una cortina fumogena che non ci ha fatto intravedere il vero problema: prima di esprimersi, ognuno con la propria libertà e fede, bisognerebbe forse identificarsi “in quel corpo da cui tutti attingono”, il corpo del paziente. Credo ci si debba fermare un attimo e proporsi un percorso diverso, un altro punto di vista, cioè un percorso identificativo. ”
Così scrivevo nell’ ottobre 2008 in un articolo su Timeoutintensiva.it, che invitava ad andare al cinema a vedere due film: Mare Dentro di Alejandro Amenàbar (2004) e Lo Scafandro e la Farfalla di Julian Shnabel (2007), che ancora oggi hanno tanto da insegnare, a questo riguardo, ad ognuno di noi. Da allora la situazione è peggiorata, sul fine vita ormai si è al tifo da stadio, con posizioni che vanno dal desiderare una Eutanasia pragmaticamente regolamentata come in Belgio e Olanda, al considerare l’eutanasia semplicemente come un omicidio, cioè una interruzione della vita umana volontaria e colpevole senza se e senza ma. Le posizioni intermedie, come potrebbe essere inteso il testamento biologico scritto da ognuno di noi in piena libertà di coscienza, non trovano più spazio mentale in cui abitare, specie in chi, dovendo emanare una legge sull’argomento, dovrebbe rifletterci di più sopra; la discussione approfondita su questi temi, l’identificarsi con la sofferenza e la qualità di vita del paziente e dei suoi familiari, vengono anch’essi ormai presi come scuse, per non dire che si è quasi assassini anche nell’argomentarne, e che ci si nasconde dietro l’invito a discuterne, in fondo in fondo perchè si è d’accordo col dare la morte a chi soffre. La paura della fine fa 90, potremmo dire, e acceca.
Ed è aumentata in maniera esponenziale, -mano a mano che ci si avvicina al traguardo di una regolamentazione-, anche l’insofferenza a discutere sui temi etici del fine vita, tanto che la legge che forse verrà varata dal Parlamento è, sotto tanti punti di vista, pessima, anche perchè forse poco discussa, con chi affronta questi temi giorno per giorno, cioè noi medici.
Diversi anni fa, per l’esattezza 14, uscì uno dei tanti numeri di un fumetto molto conosciuto e seguito in Italia, Diabolik, che su queste tematiche esprimeva una posizione ben chiara ed a favore di una “dolce” Eutanasia, se mai “dolce” può essere morire. Allora, era il 1997, credo che il rumore che fece la storia che raccontava, non fu superiore al suono delle pagine sfogliate. Ma ecco che oggi ne arriva una ristampa, e su molti quotidiani e settimanali, ci si lancia in argomentazioni contrapposte sin quasi ad avvitarsi su se stessi, tanto da dare l’impressione che non sapendo cosa scrivere, la stampa italiana, appunto per tifo da stadio e partigianeria, si sia messa a fare le pulci pure ad un fumetto.
Diabolik e “La morte dolce”, come dicevamo, fumetto uscito nei giorni scorsi come ristampa, è uno dei tanti che narra le avventure dello storico criminale, inventato dalle sorelle Angela e Luciana Giussani nel 1962. La storia che racconta è presto detta: un uomo molto ricco, è costretto sulla sedia a rotelle, perché paralizzato dopo un incidente di montagna; oltre alla paralisi, non può più comunicare col mondo esterno in alcun modo facilmente comprensibile. La vittima della caduta, è anche vittima delle vessazioni della moglie e del suo migliore amico, che scopre essere amanti, oltre ad essere loro stessi gli artefici del suo incidente, progettato allo scopo di ucciderlo per impossessarsi dei suoi averi. Ma la caduta che gli hanno provocato, durante una scalata, non lo ha portato a morte, ma ad uno stato di sindrome Locked In, che gli permette di capire e di comunicare in alfabeto morse con il battito delle ciglia o battendo le labbra. Così, un giorno si trova a tu per tu con Diabolik, mentre quest’ultimo gli sta rubando i gioielli dalla cassaforte di casa: ed è qui che gli chiede di aiutarlo a morire. Cosa che puntualmente avviene; ed in più vendicandolo, con uno stratagemma che porta Diabolik a far arrestare anche la moglie della vittima ed il suo amante, come se fossero loro stessi ad averlo ucciso. Durante tutta la storia, i personaggi principali si esprimono al riguardo della “dolce morte” desiderata dal malato, non nascondendo di essere a favore dell’eutanasia. Come lo stesso Diabolik, che commentando le condizioni dell’uomo sulla sedia a rotelle, tra le altre cose dice: “Non vuole piu’ vivere? E chi non lo puo’ capire?”. O come anche Ginko, l’integerrimo e sfortunato poliziotto che da anni cerca di catturare Diabolik, che dichiara: “Eutanasia…La morte non dolorosa, procurata con farmaci, per affrettare la fine di malati inguaribili, destinati a una ‘non-vita’ di dolore, senza speranza”, in risposta alle parole della sua fidanzata, la contessa Altea di Vallenberg, che amica del malato dai tempi della scuola, gli esprimeva il suo pensiero, confidandogli: “Ma sono convinta che chi vive come lui in una situazione cosi’ angosciosa e dolorosa, senza speranze e prospettive e chieda di morire per non soffrire piu’, abbia diritto ad averla, una morte dolce”.
Questa la breve storia di un fumetto che in quanto tale non può che essere chiaro e conciso, e che invece di portare ad un’ulteriore riflessione sul dolore, sulla qualità della vita dei pazienti vegetativi o molto gravi e sofferenti, ha portato alla solita diatriba francamente insopportabile in cui, fatta la vivisezione alle parole di una ristampa di qualcosa scritto 14 anni fa, ha fornito solo brevi slogan dall’una e dall’altra parte, aumentando quella cortina fumogena fatta di parole e parole, messa lì apposta per non farci riflettere su niente, e non farci capire più nulla.
Savas
Riferimenti:
- Fine Vita e Fumetti:La versione di Dylan Dog sul fine vita: “Mater Morbi” Recensione e Video
Timeoutintensiva.it N° 13 6 maggio 2010
- Quel corpo da cui tutti attingono.
Timeoutintensiva.it N° 7 10 ottobre 2008
News
Teramo: Grave Dissecazione Aortica In Donna Gravida: Salvi Madre E Bambino
Dal 1983 a oggi si contano solo 40 casi di dissezione aortica prima del parto, e con conseguenze gravi. In quei casi infatti, il 30% dei feti non è sopravvissuto e nel 15% dei casi a morire è stata la mamma. L’ultimo caso è avvenuto nei giorni scorsi a Teramo. Una mamma di 32 anni all’ottavo mese di gravidanza, ha cominciato a stare male mentre si trovava in ufficio. Ha un dolore fortissimo alla schiena, le colleghe le dicono che magari è colpa dell’aria condizionata. Ma continua a stare male e si decide di chiamare l’ambulanza. Portata in ospedale, dopo un ecocardiogramma, si capisce che la donna è stata colpita da aneurisma disseccante dell’ Aorta detto anche dissecazione aortica. Patologia che causa uno shunt della massa sanguigna, che inizia a scorrere nello spessore della parete aortica, con una diminuizione del sangue circolante che non scorre più nel suo letto naturale, con una grave ipotensione ed ipossia conseguente, e con il rischio imminente di rottura della parete Aortica e morte del paziente. In casi come questi, la morte può avvenire nel giro di pochissimi minuti, al massimo qualche ora. Il fatto che la donna sia anche gravida, costringe a cercare di salvare al volo anche il bimbo. La dissecazione dell’Aorta ostacola infatti anche lo scorrimento del sangue a livello della placenta. Arrivando pochissimo sangue, il bambino subisce una grave sofferenza, per cui bisogna intervenire con la massima urgenza per evitare che il bimbo muoia per mancanza di sangue. Ecco perché in tali casi sono di più i casi di feti che muoiono rispetto al numero delle mamme. Purtroppo si salva la vita della donna quando il bimbo è già morto per mancanza di sangue. In questo caso bisognava tirare fuori al più presto il bimbo per far sì che potesse respirare con i suoi polmoni.
Ecco allora che una squadra imponente di specialisti tra cariochirurghi, ginecologi, pediatri, anestesisti, in tutto circa quindici persone, si dà da fare in una corsa contro il tempo. Intorno alla mezzanotte si porta alla luce una bimba e poco dopo si interviene sulla donna, nel tentativo di sostituire la valvola aortica e l’aorta ascendente con un tubo valvolato. L’operazione riesce. I dottori presenti diranno una sola cosa al termine di tutto: “E’ stato un miracolo”. In molti casi infatti si salva la vita della donna quando il bimbo è già morto per mancanza di sangue.
Fonti:
Dalla Stampa Quotidiana
News
Nasce Doctor’s Life Channel, Il Primo Canale Satellitare Dedicato Ai Medici E Alla Medicina
Edito dall’Adnkronos Salute sarà visibile da lunedì 3 ottobre sulla piattaforma Sky (canale 440). Oltre all’offerta informativa, fornirà ai camici bianchi un servizio gratuito di formazione a distanza accreditata presso il sistema di Ecm. Previste circa 100 ore di formazione continua con lezioni che potranno anche esser seguite da Iphone, Ipad e tablet android attraverso un sito web dedicato. E da gennaio il canale aprirà anche ai farmacisti.
Un palinsesto on air 24 ore su 24 garantirà al medico l’informazione e la formazione a tutto tondo. Vasta l’offerta: si va da programmi di informazione giornalistica – telegiornali e magazine settimanali di approfondimento sui principali eventi scientifici e di politica sanitaria – a talk show settimanali, documentari e fiction medicoscientifiche.
E ancora, i medici potranno conquistare crediti Ecm grazie all’offerta di 100 ore di formazione a distanza di cui una parte prodotta autonomamente dall’editore e l’altra realizzata in partnership con le principali strutture sanitarie italiane. Ai camici bianchi basterà sedersi davanti al televisione, assistere alla lezione e completare poi il percorso di formazione sul sito web www.doctorslife.it dove potranno effettuare le verifiche richieste dalla normativa Ecm per conquistare i crediti formativi (uno a lezione). E chi non ha la possibilità di assistere alle lezioni sul piccolo schermo? Nessun problema, si potrà accedere ai corsi anche attraverso Iphone, Ipad e tablet android. Non solo per i medici. Da gennaio Doctor’s Life aprirà anche ai farmacisti, con contenuti e una formazione Ecm ad hoc.
“Siamo lieti di un’iniziativa che si inquadra in quelli che sono i nostri obiettivi: dare un’informazione sempre più puntuale ai cittadini su come e dove curarsi. È un’iniziativa importante sia dal punto della vista dell’informazione che da quello della formazione” ha commentato sottolineato il ministro della Salute Ferruccio Fazio.
Approfondimenti:
Ambiente di Lavoro e Salute
La Mela, Le Aziende Hi Tech, e il Gioco delle Tre Scimmiette
Era il 1989 quando ricevetti in regalo il mio primo computer, un Apple Classic. Allora non c’era ancora la rete, l’uso di quel computer era intuitivo, facile, non si imballava mai, aveva un ottimo sistema di scrittura, tutto era perfetto. Da allora ho continuato a comprare Apple computer seguendo i molti cambiamenti che l’azienda di Cupertino ha fatto sino ad oggi. Qualche anno fa nacque il nuovo sistema operativo Mac Os Intel e l’ iPod; poi fu prodotto il primo iPhone, uno smartphone molto avanzato come tecnologia, di fascia alta, e il tablet iPad. Ed è con la nascita di questi “gadget” che Apple nell’ottica di una scalata commerciale che oggi la porta ad essere la prima azienda informatica al mondo come fatturato, ha delocalizzato la produzione e l’assemblaggio dei suoi prodotti verso la Cina, dove i costi di produzione sono bassissimi. Ma la scalata commerciale e la delocalizazione hanno portato anche tante “mele bollenti” in casa Apple, che riguardano la salute di coloro, tutti giovani, che producono questi apparati, che, ed è con vero dispiacere che lo scrivo, ne hanno sofferto a volte in maniera irreparabile. E verso cui la Apple, spesso si è comportata come le tre scimmiette di “io non vedo non sento non parlo”. Ma come giungono nelle nostre case i “devices” Hi Tech ? Pochi di noi hanno la curiosità di conoscere la catena produttiva dei gadget che acquistiamo. Ed io, che sono un convinto assertore e sostenitore dei prodotti Apple, per dovere di verità, ve la racconto. Ed anche perchè non si può più prescindere, eticamente, dal conoscerla.
savas
All’Origine delle nuove tecnologie:
Prima però di parlare delle Mele Bollenti scoppiate, con la delocalizzazione in Cina, tra le mani della Apple, bisogna risalire all ‘origine di tutto ciò, e parlare di una sostanza usata in tutti i device di qualsiasi marca e natura, dai cellulari che usiamo alle navi spaziali, passando per i portatili e gli smartphone. Tutti contengono Columbite-tantalite (Coltan). Che rappresenta il primo anello della catena produttiva dell’Hitech.
Coltan: Da questo raro minerale si estrae il tantalio, che possiede una grande resistenza al calore e un’eccellente conduttività, per la qual ragione è imprescindibile nella fabbricazione delle nuove tecnologie. Tutte contengono Coltan. La maggiore riserva di questo materiale si trova nella Repubblica Democratica del Congo che ne possiede l’80% esistente sul pianeta, e che si trova precisamente nella zona di un conflitto, quello congolese, che ha già fatto milioni di vittime. Tutto fa pensare che dietro al conflitto ci sia anche il Coltan. La Cina è uno tra i maggiori importatori di Columbite-Tantalite. Potrebbe sopravvivere il mondo occidentale alla scarsità di coltan? La risposta è no. Andrebbero in rovina le multinazionali e si verificherebbe un collasso economico, soprattutto in presenza della crisi globale che stiamo vivendo. Ma le miniere di Coltan sono quasi tutte illegali, specie nell’uso al loro interno di forza lavoro minorile, cioè bambini: alcuni sono obbligati a lavorare nelle miniere di Coltan a una grande profondità perché sono gli unici che riescono a scendervi; migliaia di loro muoiono sepolti, di fame e per lo sfinimento. Si calcola che per ogni chilo di Coltan estratto muoiano due bambini. E tutte le multinazionali Hi Tech, di fronte a questi dati, giocano il gioco delle tre scimmiette.
Ed ora occupiamoci della Mela:
Mele Bollenti uno: N-esano*
Siamo a Suzhou, ovest di Shangai: qui opera la Wintek, sussidiaria della Apple e produttrice dello schermo ‘soft touch’ dell’iPhone. Nel 2009, 137 operai cinesi vengono intossicati da un composto chimico chiamato N-esano, un solvente generalmente usato nella lavorazione della benzina, delle colle e dei solventi, ma in questo caso utilizzato per pulire gli schermi dei telefonini. L’avvelenamento provoca una Polineuropatia tossica, con dolori diffusi, stanchezza cronica, sudorazione. Molti finiscono all’ospedale, altri organizzano uno sciopero, fino alla decisione sette mesi più tardi della stessa Wintek di sospendere l’uso dell’n-esano, quando un’indagine sanitaria interna accerta che i malesseri sono dovuti al suo utilizzo. La Wintek ha così pagato le spese mediche, l’alimentazione e gli stipendi agli operai ammalati, secondo la legge cinese. Ma nessun risarcimento, sembra, sia giunto ancora dalla Apple che ha riconosciuto la responsabilità della Wintek, “vincolata – secondo il rapporto sulla corporate responsability – al rispetto del codice di condotta Apple”.
Mele Bollenti due: Foxconn
La “Foxconn International Holdings Ltd” è una azienda consociata alla “Hon Hai Precision Industry Co Ltd” (HHPD), una compagnia di Taiwan che possiede il più vasto controllo del mercato dei componenti elettronici. HHPD lavora per conto di quasi tutte le più prestigiose e potenti aziende mondiali dell’elettronica. La più estesa base produttiva della HHPD si trova a Shenzhen, in Cina. La fabbrica si presenta come una vera e propria città, viene infatti chiamata “Foxconn City”. Al suo interno vivono dai 300,000 ai 450,000 lavoratori, che vi passano tutta la loro vita giornaliera. La gran parte dei componenti assemblati e prodotti a Shenzhen sono iPod, iPhone e iPad di Apple, tanto che la “città” fu ribattezzata all’epoca con il nome “iPod City”.
Suicidi: Sino al 2010 almeno 17 dei suoi operai si sono suicidati. Fra questi la maggior parte si sono lanciati dalle finestre dei dormitori situati all’interno del quartier generale, tutti ragazzi fra i 18 e i 24 anni che, afflitti dal trattamento inumano al lavoro, hanno preferito lanciarsi nel vuoto. I lavoratori che in media non superano i 30 anni di età, e che provengono da ogni parte della Cina, alla stipula del patto d’assunzione, ricevono un letto e 1200 yuan mensili (146 euro). Il tutto per garantire la continuità del ciclo produttivo: lavorare, smontare, andare a dormire.
La Hon Hai Precision Industry Co Ltd, che controlla Foxconn, sempre nel 2010, ha così lanciato e con successo, un programma di prevenzione dei suicidi (tra cui le reti anti-suicidio che circondano la fabbrica e che vedete nella foto ), e aumentato sensibilmente i salari dei lavoratori (aumento del 70 percento dei salari annunciato dai vertici dell’azienda cinese. Da 1200 yuan, del pre-crisi, si è arrivati a toccare quota 2000 yuan (244 euro) mensili.). Ma la Students & Scholars Against Corporate Misbehaviour (Sacom), una Ong con sede a Hong Kong, denuncia come false le dichiarazioni di Foxconn. Per farlo, ha diffuso un video (che vi mostriamo) per documentare le condizioni di lavoro allo stabilimento di Chengdu, nel Sichuan, dove si produce esclusivamente per Apple (lì si assembla l’iPad). Il filmato è sottotitolata in inglese. Le riprese risalgono a marzo-aprile 2011. La Ong di Hong Kong diffonde questo video per informare, sensibilizzare le autorità cinesi di vigilanza e i i consumatori di tutto il mondo.
Come se non bastasse, nel Maggio 2011 un incendio scoppiato nella fabbrica per un cortocircuito ha avuto effetti decisamente preoccupanti sulla salute dei lavoratori, con ben 2 morti e 137 operai intossicati.
Oggi la Foxconn, sembra avere esaurito il suo potenziale di sfruttamento della forza lavoro, poiché ha annunciato un mese fa di voler far ricorso a robot per la produzione dell’iPad. Attualmente in tutto il complesso industriale sono distribuiti circa 100.000 robots automatizzati. L’aumento previsto di questa cifra è di 200.000 unità, l’obiettivo da raggiungere è infatti 300.000 robot entro la fine dell’anno. Questi dovrebbero poi diventare oltre un milione nel giro di tre anni. Attualmente l’azienda ha 1.2 milioni di dipendenti, di cui 1 milione solo sul territorio cinese. Inoltre sembra che voglia spostare il grosso della produzione (tra cui l’iPad 2) in Brasile, riabilitando e allargando alcune fabbriche locali di proprietà della Foxconn.
La Apple intanto dopo vari sopralluoghi nella fabbrica pensa, forse, di affiancare un altro partner alla Foxconn nella produzione dei suoi componenti elettronici
Mele Bollenti tre: Molleindustria
E’ di qualche giorno fa la notizia che Molleindustria, un collettivo italiano le cui produzioni si collocano a metà fra la videoludica e l’arte di opposizione, segnalava su Twitter la pubblicazione sull’Apple – App Store di Phone Story, il “primo gioco anti-iPhone per iPhone”. Nell’app il giocatore deve ripercorrere la catena produttiva che porta alla creazione dei dispositivi come l’iPhone, a partire dall’estrazione del Coltan nelle miniere illegali in Congo, fino all’assemblaggio del device presso gli stabilimenti Foxconn. Con un interessante corto-circuito socioeconomico, tutti i ricavati della vendita dell’applicazione sarebbero stati devoluti per intero alle associazioni per la tutela dei lavoratori delle fabbriche in cui gli smartphone vengono prodotti. Peccato che poche ore dopo la pubblicazione del gioco, lo stesso fosse già scomparso dall’ Apple – App Store, epurazione avvenuta a causa della violazione di quattro punti delle linee guida per gli sviluppatori.
Termino questo lungo post, con le parole di Joel Johnson scritte su wired.com: “Quando si spezza quel filo che lega il nostro consumo ai milioni di esseri senza nome che ci consentono il nostro stile di vita, ci troviamo a guardare un abisso – un futuro senza fine, su un pianeta vuoto ed esausto – veramente intollerabile.”
Savas
Fonti:
*Sull’ N-esano:
- Toxic polyneuropathy of shoe-industry workers. A study of 122 cases.
C Cianchetti, G Abbritti, G Perticoni, A Siracusa, and F Curradi
J Neurol Neurosurg Psychiatry. 1976 December; 39(12): 1151–1161.
Sui Suicidi alla Foxconn
- Wired.com: 1 Million Workers. 90 Million iPhones. 17 Suicides. Who’s to Blame?
By Joel Johnson, February 28, 2011
Sul Coltan:
- Puntocritico.net: Congo la guerra del Coltan
Da peace reporter:
- Cina, ecco dove nasce l’iPad