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News: Palermo: Alga Tossica Nelle Acque Dell’Arenella e Di Aspra Frazione di Bagheria. Divieto di Balneazione

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Dopo la Liguria e il Lazio, l’alga tossica è arrivata anche in Sicilia.

Alga Tossica Ostreopsis Ovata

Avevano pensato di fare un bagno per trovare conforto dalla calura estiva, ma purtroppo sono finiti all’ospedale. Una quindicina di persone si sono recate ieri al pronto soccorso di Villa Sofia dopo aver fatto il bagno alla spiaggia dell’Arenella a Palermo. I medici, dai primi riscontri, non possono escludere che si tratti della cosiddetta alga tossica. I pazienti accusavano tutti una lieve febbre, gola arrossata e dolorante. Un’altra persona stamattina è giunta in ospedale con gli stessi sintomi. L’azienda ospedaliera ha inviato un rapporto all’istituto epidemiologico; intanto l’Arpa, Agenzia Regionale per l’Ambiente, ha confermato la presenza della “Ostreopsis ovata”, nelle acque di Aspra, frazione marinara di Bagheria, nel Palermitano.

Casi del genere erano avvenuti anche l’anno scorso e non solo sulle coste siciliane.

L’alga tossica, l’Ostreopsis (questo il suo nome scientifico), è un organismo non pericoloso per la vita dell’uomo e le conseguenze, solitamente, si esauriscono nel giro di ventiquattro ore, qualche giorno al massimo. L’irritazione può avvenire per contatto diretto con l’acqua di mare. Riconoscerla è abbastanza semplice, le acque in superficie possono presentare colorazioni anomale o chiazze schiumose biancastre o marroni o materiale di consistenza gelatinosa in sospensione. Sott’acqua l’alga può manifestarsi con una pellicola brunastra che avvolge gli scogli o i ciottoli sul fondo. I sintomi più frequenti sono febbre, faringite, tosse, difficoltà respiratoria, cefalea, raffreddore, lacrimazione, dermatite, nausea e vomito. I sintomi si presentano dopo 2/6 ore dall’esposizione.

Dalla Stampa Quotidiana

News Video: Afghanistan: KamiKaze Si Lancia Con Auto Bomba Contro Ospedale Logar, 60 Morti E 120 Feriti.

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Medicina di Guerra

Nazioni Unite: Le Percentuali delle Varie Forze in Guerra che hanno Causato Vittime Civili: da Al Jazeera News

Afghanistan: KamiKaze Si Lancia Con Auto Bomba Contro Ospedale Logar, 60 Morti e 120 Feriti.

Questa storia che nelle aree di guerra si attacchino gli Ospedali fa rabbrividire. Recentemente in Libia sono state sfollate le Equipe di Emergency e di MSF perchè rischiavano, per le bombe, di essere uccisi durante il loro lavoro umanitario negli ospedali anche lì a rischio bombe. Oggi le notizie che giungono dall’Afganjstan sono agghiaccianti.

Gurdate il video….

60 morti e 120 feriti il bilancio di un attacco suicida contro un ospedale nella provincia di Logar, a sud di Kabul.

L’attentanto, che ha causato la morte ed il ferimento di Donne e Bambini, Medici e Nurse, e’ stato descritto come ”senza precedenti” nella storia della guerra afgana.

”A causa di questo attacco straziante, 60 dei nostri connazionali, compresi bambini, donne, giovani e uomini sono rimasti uccisi e altri 120 feriti, tra cui operatori sanitari”, si legge in una nota del ministero della sanita’. ‘Questo atto inumano e’ senza precedenti nella storia del conflitto nel nostro paese, mirato a un luogo dove le ferite sono guarite e i pazienti ricevono le cure”.

Fonti: Euronews, Al Jazeera News, Stampa Quotidiana


News: Indagine Fimmg: Al Sud Il 35% Degli Stati Vegetativi Non Ha Assistenza Domiciliare

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Indagine Fimmg: Al Sud Il 35% Degli Stati Vegetativi, Non Ha Assistenza Domiciliare

Riportiamo Il Comunicato Stampa della Fimmg

“Sondaggio Centro Studi Fimmg: Federazione Medici Di Medicina Gnerale: Oltre Un Medico Di Medicina Generale Su 3 Segue Pazienti In Stato Vegetativo O Minima Coscienza

Nel 97% Dei Casi Il Medico Di Famiglia E’ La Figura Di Riferimento

“Oltre un terzo dei medici di medicina generale conta tra i propri assistiti pazienti in stato vegetativo o di minima coscienza. La maggioranza di questi pazienti vive abitualmente a casa: il 55% al Nord, il 63% al Centro ed il 70% al Sud. A vivere in strutture residenziali è il 44% dei pazienti al Nord, il 36% al Centro ed il 27% al Sud. Sia a domicilio che presso le strutture residenziali il medico di famiglia costituisce per il 97% dei casi la figura clinica di riferimento.

Questi alcuni dati raccolti dal Centro Studi nazionale della FIMMG, diretto da Paolo Misericordia, attraverso un questionario effettuato a marzo su un campione di oltre mille medici di medicina generale, rendendo così la ricerca la più ampia mai condotta in Italia su questa patologia nella fase di assistenza territoriale.  L’iniziativa è nata nell’ambito di un Progetto Nazionale di ricerca, finanziato dal Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (CCM) del Ministero della Salute e coordinato dall’Istituto Besta di Milano. I risultati sono stati esposti oggi in occasione del convegno di presentazione organizzato a Milano dal Besta.

“L’indagine è stata orientata a conoscere le dimensioni di un fenomeno che è motivo di enorme sofferenza per gli stessi pazienti, ma soprattutto per i loro familiari e causa di importanti oneri assistenziali per il sistema sanitario e per tutti i care-giver coinvolti – ha spiegato Paolo Misericordia.

Dall’indagine emerge purtroppo che quasi il 25%  dei pazienti che vive abitualmente presso la propria abitazione non dispone di alcun servizio di assistenza domiciliare, con un picco del 35% al Sud. Oltre al medico di medicina generale, la figura professionale più frequentemente coinvolta nell’assistenza è l’infermiere, seguita dal fisioterapista e dall’operatore socio-sanitario. Interessanti appaiono anche le informazioni relative alle maggiori criticità assistenziali per i pazienti e per le loro famiglie, percepite dal medico: al primo posto c’è l’assistenza psicologica, poi l’assistenza riabilitativa, sociale, medico-specialistica e infermieristica costituiscono, nell’ordine, le successive aree di maggior criticità, senza particolari differenze per distribuzione geografica. Il medico di medicina generale riferisce che un suo ruolo importante è proprio quello di supportare psicologicamente la famiglia e di gestire fasi complesse e onerose dell’assistenza, interpretando il ruolo di case-manager ed intercettando bisogni.

Per Approfondimenti vai al Sito della FIMMG

News: Sicilia: Cardiologia: Presentato Centro Cardiologico Pediatrico Mediterraneo A Taormina

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Sicilia

Cardiologia: Presentato Centro Cardiologico Pediatrico Mediterraneo (CCPM) A Taormina

Assicurare interventi di cardiologia e cardiochirurgia pediatrica. Con questo obiettivo e’ stato presentato oggi il Centro Cardiologico Pediatrico del Mediterraneo (CCPM) di Taormina, previsto dalla convenzione sottoscritta l’11 giugno 2010 dalla Regione Siciliana con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesu’ – Irccs. Si tratta del Centro di III livello della rete di cardiologia pediatrica della Regione Siciliana e conta su 12 posti letto di degenza, 12 posti letto di terapia intensiva, 1 sala operatoria, 1 sala di emodinamica ed una risonanza magnetica nucleare (quest’ultima a partire dal settembre 2011).

I responsabili del Centro sono il prof. Giacomo Pongiglione, direttore del Dipartimento di Medicina Cardiologica e Cardiochirurgia Pediatrica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesu’ e Giampaolo Grippa, direttore del progetto. La Creazione della Struttura è stata fortemente voluta dall’Assessorato alla Salute Regione Sicilia diretto dall’Assessore Massimo Russo.

Il CCPM ha come obiettivo primario quello di assicurare l’assistenza di alta specializzazione cardiologica e cardiochirurgia sia per la popolazione pediatrica siciliana sia per quella di altri Paesi del bacino del Mediterraneo.
Evitando cosi che gran parte dei pazienti sia costretta a spostarsi nei Centri di rilievo internazionale presenti nel nostro Paese, come il Bambino Gesu’, o verso l’estero.
In questo modo la Regione Siciliana avra’ una riduzione degli oneri a suo carico, poiche’ diminuiranno in maniera considerevole ”i viaggi della speranza” per le patologie cardiache. L’attuale sede del Centro e’ presso il Presidio Ospedaliero San Vincenzo di Taormina, che fa capo all’Asp di Messina.

Dalla Stampa Quotidiana

Telefonini: Usandoli Cervello A Rischio Tumori ! “No Cellulari Ai Bambini”. I Consigli Dei Pediatri Fimp

Editoriale

Telefonini: Usandoli Cervello A Rischio Tumori !

“Non date i Cellulari Ai Bambini”. I Consigli Dei Pediatri Fimp

Deligne-Francia. Internazionale N°902

Un mese fa, quando un gruppo di esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva segnalato i rischi cancerogeni dei telefonini solo come possibili, la vignetta che correda l’editoriale, sarebbe potuta sembrare eccessiva. La Iarc ( International Agency for Research on Cancer), infatti, che fa parte dell’OMS, con un documento datato 31 Maggio 2011 aveva catalogato l’uso dei telefonini, nella sua scala di valutazione del rischio, come 2B (Possibly carcinogenic to humans ), c’era cioè  la reale “possibilità” che i cellulari fossero cancerogeni per le persone.

Poi, quasi contemporaneamente, è arrivato tramite l’Indipendent, giornale Inglese, la notizia di uno studio svedese, opera di due eminenti professori – Lennart Hardell dell’Università di Orebro e Kjell Hansson Mild dell’Umea University – che afferma, che le persone che usano il cellulare da un decennio o più, anche solo per un’ora al giorno, hanno il doppio di possibilità di sviluppare un tumore nel lato del cervello dove di solito appoggiano il dispositivo. I due luminari svedesi hanno infatti, riunito i risultati di 11 precedenti studi svolti in Svezia, Danimarca, Finlandia, Giappone, Germania, Stati Uniti e Inghilterra, che ribadivano l’aumento del rischio di sviluppare il cancro, soprattutto nel lato di cervello dove la gente è solita appoggiare il telefono. Cinque dei sei studi sui «gliomi», tumori cerebrali della glia, avevano confermato il potenziale pericolo, mentre quattro relazioni su cinque avevano rilevato la presenza di neuromi acustici, forme tumorali benigne ma spesso causa di invalidità come la sordità. Così hanno stabilito che le persone che usano il telefonino da un decennio o più hanno il 20% in più di possibilità di contrarre una patologia come il neuroma acustico e il 30% in più di sviluppare un glioma maligno. E il rischio sarebbe ancora più grande dal lato della testa su cui appoggia il cellulare. Lo studio svedese ha interessato anche i cordless e pure in questo caso si è registrato un aumento di entrambe le patologie.

«E’ necessaria una grande attenzione nell’uso del telefonino – avvertono gli scienziati– e soprattutto i bambini, che sono particolarmente vulnerabili, dovrebbero essere scoraggiati dall’utilizzarlo».

E la  Fimp, la Federazione dei Medici Pediatri Italiani, al riguardo, ha emesso un comunicato (ed un video) dove si legge che sarebbe bene che i genitori prestino più attenzione a come i loro pargoli usano e abusano del cellulare. Oltre che, naturalmente, prendere anch’essi qualche precauzione.

Così adesso, anche se il gruppo di esperti dell’Oms non ha fornito specifiche raccomandazioni, «noi, come pediatri – commenta Giuseppe Mele, presidente della Fimp – di fronte alla sempre maggiore diffusione di campi elettromagnetici e il maggiore tempo di esposizione, secondo un principio di precauzione, proponiamo alcuni suggerimenti da dare ai genitori, in attesa che l’Oms possa dare indicazioni più accurate sulla sicurezza di queste apparecchiature».

Eccole:

  1. Non usate coperte elettriche o altri dispositivi elettrici dove dormite (ad esempio la luce notturna sul comodino);
  2. Controllate dove si trova l’interruttore centrale e il salvavita e non dormite vicino ad esso;
  3. Non passate troppo tempo vicino ad apparecchiature elettroniche accese (ad esempio la sveglia sul comodino);
  4. Non lasciate che i bambini guardino la cottura del cibo all’interno del forno a microonde;
  5. Tenete il router wi-fi il più lontano possibile dai vostri familiari, mettetelo in un cassetto o in un armadio;
  6. Tornate al telefono fisso e liberatevi del cordless in casa;
  7. Non date i cellulari ai bambini;
  8. Usate un auricolare a filo e non un dispositivo bluetooth.

«Anche se non sono raccomandazioni scientifiche – precisa Mele – sono “consigli” che lascio al buonsenso delle famiglie».

Savas

Fonti:

OMS: Lo studio della IARC

L’ Abstract dell’Articolo scientifico di Hardell Carlberg e Mild:

Int J Oncol. 2011 May;38(5):1465-74. doi: 10.3892/ijo.2011.947. Epub 2011 Feb 17.

Pooled analysis of case-control studies on malignant brain tumours and the use of mobile and cordless phones including living and deceased subjects.

Hardell L, Carlberg M, Hansson Mild K.

Department of Oncology, University Hospital, SE-701 85, Örebro, Sweden. lennart.hardell@orebroll.se

Il Video della Fimp pubblicato da Tiscali Salute il 03/06/2011

La Rivista Internazionale

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