Salemi, arrampicata tra le colline, circondata dal verde dolcemente ondulato della campagna e illuminata da cieli ampi, larghi allo sguardo, che ho sempre vissuto come uno spazio aperto, senza una fine nè un principio… Così, in questi tre anni, munito della mia macchinetta digitale, ne ho fotografato il cielo, le nuvole e le grandi distanze. Accorgendomi che il senso del margine o del confine, qui, era perso allo sguardo.
Parla con me (ultima puntata) – Antonio Scurati parla della festa della Repubblica italiana e dei valori che trasmette, citando lo straordinario Italo Calvino.
Indagine su Medici Precari e Piani di Rientro Regionali. Video.
Giovedì sera, pur non piacendomi la TV gridata, a cui preferisco in genere un buon libro o un bel film, ho seguito la trasmissione Anno Zero di Michele Santoro su Rai 2 dedicata al precariato, problema che riguarda i figli (e non solo) di molti di noi. Più la seguivo e più mi convincevo che ormai e sempre di più il precariato è, insieme alla disoccupazione, uno tra i maggiori problema del nostro paese, non risparmiando nessuna categoria, nemmeno i medici(ed anche naturalmente i Nurse e gli Ota).
Mi ha infatti colpito il grido di aiuto di tutti quei giovani in cerca di un lavoro stabile, ma in particolare, per vicinanza certo, mi hanno profondamente intristito le parole appassionate di una collega anestesista-rianimatore che ha spiegato bene il suo stato di precaria e di tanti come lei, e di come sia incerta e pesante la sua qualità di vita e di lavoro. Così ho trovato il frammento video della trasmissione dove parla la Collega Anestesista e ve lo riporto (al 3° minuto della ripresa)
Incuriosito, dopo la trasmissione, sono andato in giro in rete a cercare dati sul precariato medico, e vi riporto quelli che mi sono sembrati più attendibili.
Malgrado infatti il blocco del turn over incomba, sia la Fnomceo, la Federazione della categoria, che il Senatore Ignazio Marino, presidente della commissione d’inchiesta del Senato sul Servizio Sanitario Nazionale, hanno lanciato mesi fa un all’allarme su quella che, a suo avviso, è una minaccia reale che mette a rischio il Servizio Sanitario Nazionale stesso, ovvero il licenziamento, nel 2011, di molti medici precari.
Infatti quattromila medici precari del SSN rischiano il mancato rinnovo dei contratti. Si tratta di circa la metà dei camici bianchi con contratti di lavoro a termine.
Su di loro potrebbe abbattersi uno degli effetti delle norme sul pubblico impiego contenute nella manovra della scorsa estate, provvedimento che oltre a bloccare i rinnovi contrattuali, e a congelare per tre anni le retribuzioni di tutti i dipendenti pubblici, richiede alle amministrazioni di dimezzare nel 2011 la spesa per tutte le forme di lavoro flessibile. Quindi, anche quella per i medici precari che prestano servizio nelle Asl e negli ospedali pubblici.
Inoltre, Secondo una indagine del Dicembre 2010 realizzata per l’Adnkronos Salute dalla FP Cgil Medici, l’unica con dati realmente attendibili, la riduzione del 50% della spesa potrebbe quindi significare posto a rischio per circa quattromila medici su un totale di circa ottomila, giovani ma non troppo (35-45 anni), nel 60% dei casi donne.
La stima complessiva è, infatti, dati dicembre 2010 di circa ottomila precari così suddivisi: circa 1.000 in Lombardia; 800 in Veneto; 150 in Liguria; 500 in Emilia Romagna; 500 in Toscana; 1.200 nel Lazio; 800 in Campania; 300 in Abruzzo; 200 in Umbria; 100 nelle Marche; 500 in Puglia; 200 in Calabria; 700 in Sicilia; qualche decina in Piemonte e in Basilicata, regioni dove i medici precari sono stati quasi tutti stabilizzati. Dalle altre regioni, precisa lo studio, non si è riusciti ad avere dati affidabili.
Gli 8 mila camici bianchi precari del Servizio sanitario nazionale stimati dal sindacato rappresentano circa l’8% dei medici che lavorano nella sanità pubblica.
E se da una parte ci sono Regioni ormai avanti sulla strada della stabilizzazione - è il caso del Piemonte e della Basilicata che hanno praticamente azzerato il numero dei medici precari – di contro ci sono realtà in cui la situazione è assai pià critica. E’ il caso delle Regioni alle prese con i piani di rientro. In altri termini, quindi, le regioni, presumibilmente, si muoveranno in ordine sparso: quelle con sufficienti soldi in cassa riusciranno forse a prorogare i contratti, le altre dovranno invece trovare il modo di far quadrare i conti.
Germania: L’ Epidemia Da Escherichia Coli Sarebbe Veicolata Dai Vegetali Non Cotti
È una vera e propria epidemia quella che, causata dal batterio Escherichia coli enteroemorragico (Ehec), sta spaventando l’intera Germania, soprattutto nel Sud.
Nelle ultime 2 settimane, secondo i dati del Robert Koch Institute, ha già causato 4 morti sospette e più di 80 casi di Gastroenterite emorragica potenzialmente letale; ma ci sono altri 200 casi sospetti nello Schleswig-Holstein, un centinaio in Bassa Sassonia e 42 ad Amburgo. Il batterio colpisce l’intestino di soggetti per lo più adulti e, nella maggior parte dei casi, donne, e, secondo le supposizioni più accreditate, i maggiori veicoli di trasmissione potrebbero essere le verdura come pomodori cetrioli e lattughe non lavate, o non cotte oltre i 70 gradi °C. L’Organizzazione Mondiale della Sanità è comunque arrivata a rilevare che la sindrome, che si sviluppa nel 10% dei pazienti contagiati, è letale nel 75% dei casi.
Fukushima, Tepco: “Anche Nei reattori 2 e 3 Nocciolo Parzialmente Fuso”
Video sulle conseguenze delle radiazioni sull’ infanzia
La Tepco ha ammesso che le barre di combustibile nucleare usato si sono fuse parzialmente anche in altri due reattori della centrale di Fukushima-Daiichi, portando quindi a tre il numero degli impianti critici. La maggior parte del combustibile del reattore due si è fuso ed è sceso alla base della vasca di contenimento 101 ore dopo il sistema. Una situazione simile si è verificata al reattore tre, 60 ore dopo le scosse. Molto prima, la fusione si è verificata al reattore numero uno.
Interessante Video in cui Ernesto Burgio, coordinatore del Comitato Scientifico Isde (International Society of Doctors for Environment), ci parla delle conseguenze sui bambini dell’ esposizione alle radiazioni