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News: Giappone: Nucleare: Le Radiazioni Fermano I Soccorsi

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Giappone: Nucleare: Le Radiazioni Fermano I Soccorsi

Il nuovo incendio scoppiato durante la notte scorsa nella centrale di Fukushima sta destando molte preoccupazioni, infatti tutti i tentativi messi in atto per raffreddare i reattori sembrano essere inutili. Gli elicotteri anti-incendio inviati per inondare d’acqua l’impianto sono stati bloccati dalla radioattività dell’area. La zona intorno all’impianto nucleare è stata evacuata per circa 30 chilometri, e gli incaricati al raffreddamento sono costretti a operare a intervalli regolari, per limitare i rischi di contaminazione. Dopo l’incendio del reattore numero 4, un velivolo ha immediatamente cercato di versare acqua anche sul reattore 3, per evitare la fusione delle barre di combustibile, ma secondo quanto comunicato dall’agenzia Kyodo questa attività ha dovuto subire uno stop forzato a causa del livello di radiazioni in continuo aumento. Secondo l’Autorità della sicurezza nucleare francese, il pericolo più grande riguarda la piscina di stoccaggio del combustibile esaurito dal reattore numero 4, dove a causa degli incendi si teme l’emissione di radiazioni nell’atmosfera. Questa già drammatica situazione è aggravata anche dal meteo locale, infatti per le prossime ore sono previsti neve e forte vento, che porterebbe una possibile nube nucleare verso Tokyo.

News: Giappone: Esplosione In Centrale Nucleare. La Tv: Allarme Radiazioni, Restate A Casa

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Esplosione Della Centrale Nucleare Prima e Dopo

Giappone: Esplosione In Centrale Nucleare. La Tv: Allarme Radiazioni, Restate A Casa

Il governo: situazione potenzialmente grave. Nuovo bilancio: i morti nel sisma potrebbero essere 2.000, 215mila le persone evacuate. L’esercito trova 400 cadaveri nel porto di Rikuzentakata. Cessato allarme tsunami per la maggior parte del Pacifico. In Un’ Ora le radiazioni che si assorbono in un anno

Dopo il terremoto di magnitudo 8.9 e gli tsunami di ieri, in Giappone è l’ora dell’incubo nucleare.  A Fukushima, dove si trova una delle 55 centrali del paese, un’esplosione ha provocato il crollo della gabbia esterna di un reattore atomico ed è stato rilevato cesio radioattivo nei pressi dell’impianto. Nella centrale sono stati rilevati livelli di radioattività 1000 volte più alti della norma, all’interno della sala di controllo (le radiazioni ricevute in una sola ora da una persona corrispondono cioè al limite di radioattività che non deve essere oltrepassato in un anno). Nell’area esterna si sono registrati, invece, livelli 8 volte superiori alla soglia critica. L’Agenzia giapponese sulla sicurezza nucleare ha rilevato cesio radioattivo in prossimità della centrale. La fusione potrebbe essere in atto «nel reattore n1 della centrale nucleare di Fukushima n1».

Sui 55 reattori nucleari in servizio in Giappone, 11 sono stati interessati dal violento terremoto che ha colpito ieri mattina le zone nordorientali del Paese. Si tratta dei reattori delle centrali di Fukushima Daichi, di Fukushima Daini e di Onagawa: in particolare, i problemi principali riguardano il reattore numero due dell’impianto di Fukushima Daini, la cui pressione interna è aumentata pericolosamente a causa del mancato intervento del sistema di raffreddamento di emergenza.

Si tratta di un reattore del tipo “ad acqua bollente” (Bwr), uno dei progetti di più larga diffusione e utilizzato in numerosi impianti nipponici. La reazione nucleare del nocciolo produce calore, che a sua volta provoca l’ebollizione dell’acqua e quindi vapore: questo aziona direttamente una turbina per generare elettricità, poi viene raffreddato tramite un condensatore e l’acqua viene pompata di nuovo nel reattore, completando così il ciclo.

Il problema è che anche quando il reattore viene spento e la reazione nucleare cessa, all’interno rimane un calore elevato che deve essere dissipato da un adeguato sistema di raffreddamento.

Dopo l’allarme lanciato sulla centrale di Fukushima N1, (la Fukushima-Daiichi), in seguito al quale il premier ha chiesto l’evacuazione di 45 mila persone, problemi di raffreddamento si sono verificati anche nella Fukushima-Daini, la N.2, comunica la Tokyo Electric Power Company. A non funzionare è in questo caso il sistema di raffreddamento di tre reattori. L’impianto in questione si trova a una distanza di 11 km dal primo. L’area è stata evacuata in un raggio di 20 chilometri e un’evacuazione è stata ordinata anche nei dieci chilometri attorno a un Fukushima 2. La tv pubblica ha invitato gli abitanti delle zone limitrofe a non uscire di casa e tappare le finestre. Il governo ha riconosciuto l’esistenza di danni ma non ne ha spiegato l’entità. L’Agenzia Internazionale per la Sicurezza Nucleare (l’Aiea), in attesa delle informazioni chieste con urgenza, non ha lanciato alcun allarme. Secondo i suoi esperti, l’esplosione potrebbe essere di tipo convenzionale. Un’esplosione molto potente, al punto che si sarebbe polverizzata la gabbia di esterna di contenimento di uno dei reattori. Alcuni impiegati sono stati feriti: 4 secondo Tepco, il gestore dell’impianto, molti di più secondo altre fonti.

Il tetto del reattore di Fukushima con forti problemi di tenuta dell’impianto di raffreddamento è crollato (vedi Foto), conferma il gestore dell’impianto Tepco. La situazione alla centrale nucleare Fukushima I è «potenzialmente molto grave», ha detto un portavoce del governo giapponese, citato dall’emittente Nhk, che ha poi esortato la popolazione a mantenere la calma. Esperti russi considerano certo che a Fukushima sia in corso una fusione incontrollata, ipotesi molto probabile anche per i media giapponesi. La Russia ha ordinato un attento monitoraggio delle radiazioni nel suo estremo oriente. La televisione pubblica Nhk ha invitato coloro che abitano nelle zone vicine alla centrale nucleare di Fukushima, oltre la zona già evacuata, di tapparsi in casa e chiudere le finestre. Secondo gli esperti, è necessario coprirsi naso e bocca con asciugami bagnati e lavarsi le mani non appena rientrati in casa. La gente deve inoltre evitare verdure, altri cibi freschi e acqua del rubinetto, prima del via libera delle autorità.

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Approfondimenti sul Nucleare:

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di Agelo Baracca

Energia Nucleare e Salute: Film: “Into Eternity”, un “message in a bottle” per le generazioni future

Sindrome Di Quirra: La Causa Dei Linfomi È L’ Uranio


News: Nucleare e Salute: Sindrome Di Quirra: La Causa Dei Linfomi È L’ Uranio

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Sindrome Di Quirra:

La Causa Dei Linfomi È L’ Uranio

La Procura di Lanusei (Sardegna) ha finalmente individuato una delle cause, probabilmente la principale, del picco di linfomi e neoplasie sorti tra la popolazione civile, i militari e gli animali dell’area del Salto di Quirra: si tratta dell’uranio. In particolare è l’uranio arricchito, utilizzato per scopi militari, a minare la salute di migliaia di sardi. L’area del poligono di tiro del Salto di Quirra ( da qui il nome Sindrome di Quirra) è da decenni zona militare in cui non solo l’esercito italiano, ma anche altri alleati, si esercitano sparando missili ed utilizzando, come ha scoperto la Procura, anche materiali radioattivi.

da: http://www.medicinalive.com/

Il sospetto è sorto qualche giorno fa, quando una pioggia abbondante ha scoperto alcuni resti di missili e radiobersagli sotterrati. Sono stati ritenuti radioattivi, ed un semplice approfondimento della ricerca ha portato alla luce cinque cassette contenenti uranio arricchito 5 volte più radioattivo del limite consentito dalla legge.

News: Oggi La Giornata Mondiale Delle Malattie Rare: In Scena La Vita “Controvento” Dei Pazienti

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Oggi La Giornata Mondiale Delle Malattie Rare: In Scena La Vita “Controvento” Dei Pazienti

Storie di pazienti affetti da Malattie Rare in un libro e a teatro con un progetto dell’Istituto Superiore di Sanità. Per capire le barriere che incontrano.

MILANO – “Controvento”, perché spesso deve faticosamente navigare in direzione contraria chi soffre di una patologia rara, vagando alla ricerca di una terapia, di una speranza, a volte addirittura del nome stesso della malattia. Si chiama così il progetto promosso dall’Istituto Superiore di Sanità per raccontare il mondo invisibile dei pazienti. Fulcro di “Controvento”, realizzato col sostegno del Ministero della Salute, sono un libro (“I malati rari raccontano solitudine e coraggio”) e lo spettacolo teatrale “Sei autori teatrali raccontano le malattie rare”, che si terrà al teatro Sala Umberto di Roma il 28 febbraio, in occasione della giornata mondiale delle malattie rare.

«Abbiamo cominciato col laboratorio di medicina narrativa del Centro Nazionale Malattie Rare chiedendo ai pazienti di raccontare la propria esperienza e abbiamo proseguito con il concorso artistico-letterario “Il volo di Pegaso”, invitando a scrivere su queste malattie», dice Enrico Garaci, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. Ascoltare i malati perché da loro s’impara a conoscerle. «Le malattie rare sono difficili da spiegare, spesso prive di diagnosi e senza terapia – continua Garaci -. Raccontando alcune storie di pazienti, nel libro e sulla scena, abbiamo provato a capire i problemi che li accomunano per individuare anche le barriere fisiche e psicologiche da abbattere».

Cuore del progetto è lo spettacolo teatrale, dedicato alla giornalista Alessandra Bisceglia, scomparsa a soli 28 anni a causa di una rara malformazione vascolare. Sei atti unici scritti da sei autori contemporanei che hanno “respirato” la malattia, portando il vissuto dei pazienti sul palcoscenico. Sono ispirati a storie vere e testimonianze dirette i racconti di Gianni Clementi, Simone Cristicchi, Edoardo Erba, Vittorio Franceschi, Gina Moxley e Spiro Scimone. «Questa volta il teatro mi ha portato a offrire il palcoscenico a coloro ai quali spesso la scena è negata – osserva il regista dello spettacolo, Paolo Triestino -. Quando attraversi la loro solitudine, non te la scrolli più. Grazie al linguaggio delle emozioni – prosegue Triestino – la rappresentazione teatrale delle barriere che il dolore e anche la società elevano nei confronti dei pazienti può aiutare a spiegare ciò che serve: l’aiuto di tutti, degli insegnanti, dei genitori, dei colleghi di lavoro, degli amici. È necessario, poi, il supporto alle famiglie ma innanzitutto l’impegno delle istituzioni».

Lo spettacolo teatrale nasce e s’intreccia con la stesura del volume “I malati rari raccontano solitudine e coraggio” (edizioni Health Communication), curato da Mirella Taranto, capo ufficio stampa dell’Istituto, che ha raccolto le testimonianze e da Domenica Taruscio, responsabile del Centro Nazionale Malattie Rare, che ha redatto le schede scientifiche sulle malattie – pubblicate in appendice ad ogni singola storia – per evidenziare la complessità della loro conoscenza e la fatica che implica la ricerca. Volume e spettacolo saranno diffusi nelle scuole con la collaborazione del Ministero dell’Istruzione per spiegare ai ragazzi che le malattie rare esistono e che è necessaria la solidarietà piuttosto che la tolleranza, perché sono tanti i bambini ammalati che spesso non sanno neanche di che cosa. Insomma, una palestra per l’integrazione.

Il progetto “Controvento” è sostenuto anche dalla Fondazione Roma e dall’Università San Raffaele di Roma, che hanno finanziato un programma di ricerca sul ruolo dei micro-Rna, una borsa di studio per l’informazione ai pazienti e dieci corsi di laurea gratuiti riservati a studenti colpiti da patologie rare.

Approfondimenti:

Laboratorio Medicina Narrativa del Centro Nazionale Malattie Rare

News: Energia Nucleare e Salute: Film: “Into Eternity”, quasi un “message in a bottle” per le generazioni future

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Energia Nucleare e Salute: Film: “Into Eternity”, un “message in a bottle” per le generazioni future

Il problema principale dell’energia nucleare è quello delle scorie. In un’area remota della Finlandia si sta scavando da decenni un deposito di nuova concezione, progettato per conservarle al sicuro per almeno centomila anni, una prospettiva che costringe gli ingegneri a fare i conti con questioni quali l’idea stessa di tempo e di cultura. È questo che ha affascinato il regista danese Michael Madsen, che ha fatto dello straordinario documentario Into eterninty (esce in dvd in Gran Bretagna) un misterioso messaggio indirizzato agli ipotetici spettatori del futuro, per allertarli sui rischi di quel luogo.

Ogni giorno, in tutto il mondo, grandi quantità di rifiuti radioattivi delle centrali

Il Deposito Sotterraneo per le scorie nucleari

nucleari, viene creato e posto in depositi temporanei, che sono vulnerabili ai disastri naturali, ai disastri provocati dall’uomo, e ai cambiamenti della società. In Finlandia viene scavato nella roccia il primo deposito permanente al mondo- un enorme sistema di gallerie sotterranee – che deve conservarle per almeno 100.000 anni, dato che questo è quanto a lungo i residui rimangono pericolosi.

I Fatti

Onkalo – il primo deposito al mondo permanente di rifiuti nucleari.

Onkalo è una parola finlandese che sta per cavità, o anche nascondiglio. Si trova a Olkiluoto in Finlandia – ca. 300 km a nord ovest di Helsinki ed è il primo tentativo al mondo di creare un deposito permanente. Si tratta di un enorme sistema di gallerie sotterranee scavate nella roccia. Il deposito dovrebbe essere riempito e dismesso nel 2100 – più di un secolo da oggi. Nessuna persona che lavora per l’impianto oggi, vivrà per vederlo completato. Le autorità nucleari finlandesi e svedesi stanno collaborando al progetto, e la Svezia progetta un impianto simile, ma non ne ha iniziato la costruzione effettiva.

Le scorie nucleari sono il risultato inevitabile della produzione di energia nucleare. I rifiuti rimangono radioattive e / o radiotossici per almeno 100 000 anni. Si stima che la quantità totale di scorie nucleari nel mondo di oggi è compresa tra 250 000 e 300 000 tonnellate.

Norme di sicurezza

I rifiuti radioattivi sono pericolosi per tutti gli organismi viventi e l’esposizione alle radiazioni può portare alla morte, a malattie incurabili, così come a mutazioni del codice genetico. Gli standard di sicurezza sono basati su ipotesi teoriche, poichè l’umanità non ha alcuna esperienza precedente  per quanto riguarda lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi. In Europa c’è uno standard di sicurezza di 100 000 anni che è il periodo minimo nel quale i rifiuti devono rimanere isolati da tutti gli organismi viventi.                                           Negli Stati Uniti è 1 000 000 anni.

È difficile per gli esseri umani capire tali intervalli di tempo :

La specie umana come la conosciamo oggi si ritiene esistita da circa 100 000 anni. I dipinti più antichi sono in una grotta, da circa 30 000 anni, le piramidi hanno un’età di circa 4 500 anni, la nascita di Cristo, di 2010 anni fa, l’individuazione delle radiazioni solo 115 anni fa. Per garantire che i rifiuti siano conservati isolati da tutti gli organismi viventi, sono necessari depositi permanenti e “sicuri”,  poichè bisogna assicurare la sorveglianza continua, la gestione della sicurezza, o la manutenzione di stoccaggio provvisorio per la durata del periodo di sicurezza standard che va dai 100 000 (UE) al 1 000 000 (US) di anni, e questo non è possibile preventivarlo.

I depositi di rifiuti permanenti devono essere situati in ambienti molto stabili. Le aree con attività vulcanica o sismica sono escluse, come anche pianure che sono soggette ad inondazione, erosione o roccia porosa in cui si possono manifestare perdite d’acqua. In paesi non produttori di siti idonei allo stoccaggio permanente, i rifiuti generati dall’energia nucleare devono poter esportare i loro rifiuti in altri paesi. Un trasporto sicuro è fondamentale, ma questa è una questione ancora irrisolta.

Il ritrattamento

Il combustibile nucleare esaurito può essere ritrattato in quanto solo una frazione dell’energia nelle barre di combustibile è utilizzate, prima di essere spostati dai reattori allo stoccaggio provvisorio. Il plutonio è un sottoprodotto di ritrattamento. Il plutonio è un elemento essenziale per le bombe nucleari. Oggi il ritrattamento non viene eseguito in conseguenza dei trattati di non proliferazione. La quantità di scorie nucleari prodotte può inoltre essere solo ridotta, ma non evitata grazie al ritrattamento.

Comunicazione

La maggior parte delle lingue antiche sono state dimenticate nel tempo, e alcune lingue devono essere ancora decodificate. Si tratta di una questione aperta se e come possiamo comunicare con un futuro sconosciuto e molto distante circa questioni complicate come i rifiuti nucleari e delle radiazioni.

IAEA

Infine sullo stoccaggio delle scorie nucleari, conviene partire subito dai principi fondamentali individuati dall’IAEA (International Atomic Energy Agency). In questi nove principi -Fundamental Principles of Radioactive Waste Management-, dal contenuto molto generale e diretti ad assicurare una gestione dei rifiuti nucleari attenta alla salute umana e alla tutela dell’ambiente, ben due principi sono espressamente dedicati alla tutela delle generazioni future. Il principio 4, intitolato Protection of future generations, richiede che i rifiuti nucleari siano gestiti in maniera tale che l’impatto prevedibile sulla salute delle generazioni future non sia più grande dell’impatto accettabile attualmente, mentre il principio 5, intitolato Burdens on future generations, vuole che la gestione dei rifiuti nucleari non comporti oneri indebiti per le generazioni future.

Per quanto tali dichiarazioni di principio non possano ritenersi vincolanti per gli Stati membri che producono energia nucleare, va però osservato che il principio di equivalenza dell’onere sopportato dalle generazioni presenti e future, fissato in particolare dal principio 5, ha avviato un intenso dibattito tra l’ I.A.E.A., e alcune agenzie regolatrici nazionali del settore nucleare, intorno alla modalità più sicura, nella prospettiva intergenerazionale, di gestione dei rifiuti nucleari.

Fonti:

- liberamente tradotto dal sito intoeternitythemovie.com dedicato al film

- dal settimanale Internazionale

- IAEA (International Atomic Energy Agency)

Approfondimenti:

Altro interessante articolo ricco di riferimenti qui sul blog: “Energia Nucleare e Salute: “Cercando di decifrare il libro dei sogni (o degli incubi) dei faraonici programmi nucleari