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News: Il Nordic Cochrane Centre Danese Accusa l’EMA: Manca Trasparenza Sui Trial Clinici dei Farmaci

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Il  Nordic Cochrane Centre Danese Accusa l’EMA: Manca Trasparenza Sui Trial Clinici dei Farmaci

I ricercatori del Nordic Cochrane Centre in Denmark, dalle pagine del ‘British Medical Journal’ hanno lanciato una dura accusa all’autorita’ regolatoria Europea (Ema, European Medicines Agency):” (L’ EMA) sta proteggendo i profitti delle aziende farmaceutiche, invece delle vite e del benessere dei pazienti, tenendo nascosti i dati sui trial clinici non pubblicati”. Gli esperti chiedono il pieno accesso ai dati editi e inediti, “per consentire che i benefici e gli effetti nocivi dei farmaci possano essere valutati in maniera indipendente da parte della comunita’ scientifica”. Secondo Peter Gotzsche e Anders Jorgensen, infatti, attualmente ” i medici non sono in grado di scegliere la terapia migliore per i propri pazienti, perche’ i risultati delle ricerche vengono resi noti in maniera selettiva.”. I due scienziati sostengono che la notifica selettiva di questi studi puo’ avere “conseguenze disastrose” e fanno anche esempi di medicinali, poi ritirati dal commercio, il cui uso si sarebbe potuto limitare se tutti i dati che li riguardavano fossero stati resi disponibili. E la colpa, per Gotzsche e Jorgensen, e’ delle agenzie regolatorie, in particolare di quella europea che dovrebbe innanzitutto richiedere la documentazione elettronica alle aziende richiedenti le autorizzazioni, un formato piu’ facile anche da rendere pubblico.

Approfondimenti:

Nordic Cochrane Centre Denmark Report: Getting access to unpublished clinical trials at the European Medicines Agency

Peter C. Gøtzsche, professor and director

Anders Juhl Jørgensen, physician, PhD student

4 May 2011

L’Articolo su BMJ dei ricercatori:

BMJ 2011; 342:d2686 doi: 10.1136/bmj.d2686 (Published 10 May 2011)

Opening up Data at the European Medicines Agency

Peter C Gøtzsche, professor, Anders W Jørgensen, PhD student

BMJ su Vaccini e Autismo: Una Frode

Vaccini e Autismo: una frode
British Medical Journal, Gran Bretagna

Lo studio che collega il vaccino contro morbillo, orecchioni e rosolia (Mpr) all’autismo è il frutto di una frode. Lo sostiene il British Medical Journal, uno tra i più autorevoli journal scientifici al mondo, che pubblica un’analisi approfondita della vicenda. Nel 1998 il medico Andrew Wakeield e altri 12 ricercatori della royal free medical school di Londra pubblicarono un articolo sulla rivista the Lancet in cui dicevano che il vaccino Mpr poteva provocare nei bambini una sindrome che combinava una forma di autismo e coliti. Nessuno è mai riuscito a replicare i risultati dello studio. Nel 2004 dieci coautori lo hanno ritrattato e nel febbraio del 2010, dopo la fine dell’indagine del General medical council,
the Lancet lo ha ritirato. Wakeield è stato poi sospeso dalla professione medica, insieme al coautore John Walker-Smith. Secondo il giornalista del Bmj, Brian Deer, diversi elementi spingono a ritenere che l’articolo fosse un tentativo deliberato d’imbroglio. Per esempio, tre dei nove bambini diagnosticati di autismo, in realtà, non avevano mai ricevuto questa diagnosi. Inoltre, c’era un grosso conlitto d’interessi alla fonte: due anni prima della pubblicazione dell’articolo, Wakeield era stato ingaggiato da un avvocato per preparare una causa contro dei produttori del vaccino per la rosolia.

Riportiamo alcuni degli articoli che finalmente fanno chiarezza sul problema:

L’articolo principale:

-Secrets of the MMR scare

How the case against the MMR vaccine was fixed

Brian Deer, journalist Published 5 January 2011

il cui Abstract potete leggere su BMJ Cliccando qui

Altri Articoli sull’Argomento:

-Feature
Secrets of the MMR scare
How the vaccine crisis was meant to make money
Brian Deer, journalist 11 January 2011

il cui Abstract potete leggere su BMJ Cliccando qui

> Editorial
Wakefield’s article linking MMR vaccine and autism was fraudulent
Fiona Godlee, Jane Smith, Harvey Marcovitch 5 January 2011

il cui Abstract potete leggere su BMJ Cliccando qui

Fonti: Internazionale, Bmj