Archivio tag: Editoriale

Le Idee: Blackout, Editoriale dal Numero 890 di Internazionale

Le Idee

“Blackout”, Editoriale dal Numero 890 del Settimanale “Internazionale”

Il governo “ha insabbiato gli incidenti nucleari e ha nascosto i veri costi e i problemi legati all’industria nucleare”. Sono le parole di un parlamentare giapponese in un cablogramma di Wikileaks. In tutta Europa molti ambientalisti seri e onesti sono profondamente convinti della bontà della scelta nucleare. Sono persuasi che inquini molto meno di tante altre fonti di energia disponibili oggi. E i suoi rischi sono relativi, dicono: il disastro di Fukushima va relativizzato, messo nel contesto di un terremoto devastante. In fondo non è perché c’è un incidente aereo che le persone smettono di volare. Forse hanno ragione. Però la domanda da fare a Margherita Hack, Chicco Testa e Umberto Veronesi è questa: ma davvero ve la sentireste di affidare la costruzione di una centrale nucleare, la sua gestione e lo smaltimento delle scorie radioattive alla nostra classe politica? La stessa classe politica che non riesce a smaltire la spazzatura di una città di medie dimensioni, a gestire la rete elettrica senza blackout e a costruire un’autostrada senza l’iniltrazione della mafia e della camorra?

Giovanni De Mauro

settimana@internazionale.it

Editoriale del Numero Domani in Edicola del Settimanale

Internazionale di cui vedete nell’ Immagine la copertina

Medicina low-cost? Sì grazie ! Interessante Articolo su NEJM

Le Idee

Medicina low-cost? Sì grazie!

Un piccolo grande articolo di due pagine sul NEJM ha suscitato una vera valanga di commenti, per lo più entusiastici.

L’autore è un pediatra della Boston University School of Medicine, Sean Palfrey, e il suo articolo parla di irresistibili tentazioni: ci riferiamo ai nuovi test, ai nuovi farmaci, ai nuovi procedimenti diagnostici che il progresso delle conoscenze scientifiche ha reso disponibili; di qui la tendenza all’esagerazione nella prescrizione di esami e trattamenti, ancor prima che “la loro importanza sia stata stabilita, la sicurezza assicurata, e il rapporto costo-benefici valutato”.

… ma il bambino, o la bambina, ha febbre e tosse: che fare? le cause possono essere molteplici e abbiamo un’ampia gamma di esami che potrebbero darci informazioni più o meno rilevanti. Ma non sarebbe meglio imparare (e insegnare) a riflettere, aspettare, osservare? Non sarebbe meglio imparare a integrare le competenze cliniche tradizionali con l’applicazione di nuovi test e terapie? Non sempre interventi più costosi sono espressione di un’assistenza sanitaria migliore. Un cambiamento necessario che deve coinvolgere tutta la comunità medica, non solo i singoli: la legittimazione a praticare una medicina più sobria deve iniziare durante l’università, deve passare attraverso una diversa formulazione delle linee guida, e bisogna insegnare anche ai pazienti che più medicina non equivale a medicina migliore.

La formula proposta da Palfrey è: “Ottimizzare la salute diminuendo i costi in ogni fase del processo”.

A dieci giorni dalla pubblicazione online dell’articolo i commenti sono 106. Ne citiamo uno: il figlio di un pediatra che si è formato in Italia durante la seconda guerra mondiale ricorda l’unico consiglio ricevuto dal padre “la differenza tra medici vecchi e giovani è che quelli giovani trattano una malattia con venti medicine, e i vecchi trattano venti malattie con una medicina”. Ma, frasi a effetto a parte, sono molte le riflessioni suscitate dall’articolo, a testimonianza dell’attualità delle questioni che affronta.

Fonte:

Palfrey S. Daring to practice low-cost medicine in a High-Tech era.

NEJM 2011 March 2, doi: 10.1056/NEJMp1101392

da Il Pensiero Scientifico On Line


Medicina Sociale

FINE PENA MAI

Da una riflessione comune sulla umana cronicità

di M.F. Sapuppo*

Editoriale

27 luglio 2009

*IIa Rianimazione ARNAS Ospedale Civico

Responsabile scientifico Associaziaone I.Change/Timeoutintensiva Network

**GRUPPO DI LAVORO CEFPAS: Marisa Agosta, Flavia Alessi, Rosa Bianca Maria et Alii

Docente del modulo: Giuseppe Noto.

Direttori del Master: Calogero Muscarnera, Franco Prandi.

“…non sempre dalla malattia si ritorna indietro verso un mondo, la propria vita, in cui non c’era la malattia. Dalla malattia si può non guarire e l’uomo che vi è dentro può diventare “cronico” e può essere ricacciato dentro quel percorso appena attraversato come quando nel gioco dell’oca si ritorna alla casella di partenza o a qualche casella indietro. E’ interessante vedere come tra gli esiti di quei percorsi assistenziali, dove si mescola nella Medicina il suo essere sanitario e sociale secondo i momenti, non sia contemplato un esito che per me Intensivista sarebbe scontato: “la morte”. Morte che oramai è sempre meno un momento sociale e sempre più sanitario, sempre più disumano e disumanizzante”… Continua qui

timeoutintensiva.it/cover/N° 10/27 Luglio 2009