Lampedusa: Migranti: In 25 Morti Su Un Barcone Per Probabile Asfissia. Video.

Cronaca Nerissima

Lampedusa: Migranti: In 25 Morti Su Un Barcone Per Probabile Asfissia

La carretta con 271 migranti è stata soccorsa a sud di Lampedusa, i fumi della sala macchine avrebbero reso l’aria della stiva irrespirabile. Dai racconti dei sopravvissuti sembrerebbe che un altro uomo sia stato scaraventato in mare per un litigio scatenato forse dal poter o meno conquistare un posto all’aperto. Inchiesta della procura di Agrigento

I fatti:

Sono 25 sacchi di tela plastificata, color verde bluastro, disposti uno accanto all’altro sul molo Favaloro di Lampedusa, il simbolo dell’ultima tragedia della disperazione avvenuta nel Canale di Sicilia su un barcone carico di 268 migranti provenienti dal Nordafrica. In ogni sacco c’è il cadavere di un africano. Sono tutti giovani partiti dalla Libia – secondo le prime indicazioni – tre giorni fa, stipati sotto il ponte in un luogo angusto, la stiva, (il cui unico accesso è un boccaporto di 55 centimetri) che è anche sala macchine, e morti probabilmente per la mancanza di aria e per i fumi che si sprigionavano dal vecchio motore. Secondo i primi rilievi medici, i migranti, che sono stati scoperti per caso, sarebbero morti da circa 48 ore.  ”Sono stati 4 nostri marinai, saliti a bordo del barcone dopo avere terminato il trasbordo di 271 profughi, a fare l’amara scoperta”, racconta all’ ADNKRONOS il tenente di vascello Antonio Morana, comandante della Capitaneria di porto di Lampedusa.

Nell’aprile scorso in un naufragio a 39 miglia a Sud dell’isola pelagica morirono oltre 250 migranti.

Noi di Timeoutintensiva.it ci occupiamo raramente di cronaca, nerissima in questo caso. Ma il ripetersi di questi episodi, e il pensiero che il Mediterraneo si stia trasformando in un cimitero a cielo e mare “aperto”, pieno di questi poveretti che, sfuggendo ad un passato di guerra miseria e fame, nella speranza di un futuro migliore, ci muiono pure, forse dovrebbe almeno sfiorarci, o semplicemente farci riflettere, mentre nuotiamo allegramente nello stesso mare, godendoci la giornata di sole estivo.

Savas

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