Archivio mensile:maggio 2011

Energia Nucleare e Salute: Video: Chernobyl: “Un Milione Di Morti. E Fukushima Sarà Peggio”

Video

Energia Nucleare e Salute

Chernobyl: “Un Milione Di Morti. E Fukushima Sarà Peggio”

di Helen Caldicott

Riportiamo un video secondo noi importante nel dibattito su Nucleare e Salute, da una conferenza tenuta da Helen Caldicott, Premio Nobel per la Pace nel 1985, in Canada dove parla del disastro nucleare. Dibattito che ci porterà presto alle urne per votare i Referendum Abrogativi.

Chi E’ Helen Caldicott, Premio Nobel per la Pace nel 1985

Nata a Melbourne (Australia) nel 1938, si è laureata in medicina presso l’università di Adelaide nel 1961. Ha dedicato gli ultimi 38 anni a una campagna internazionale tendente a informare il pubblico circa i rischi del nucleare e sulla necessità di modificare il comportamento umano per porre fine alla distruzione ambientale. Dopo aver fondato (1975) la Cystic Fibrosis Clinic presso l’ospedale pediatrico di Adelaide; ha insegnato pediatria presso l’Harvard Medical School e ha lavorato al Children’s Hospital Medical Center di Boston sino al 1980, quando, in seguito all’incidente nella centrale nucleare di Three Mile Island, decise di abbandonare la carriera medica per impegnarsi a tempo pieno nella prevenzione alla guerra nucleare. Durante un periodo di permanenza negli Stati Uniti (tra 1977 e 1986), diede un forte impulso al PSR (Physicians for Social Responsibility), una organizzazione di oltre 32.000 medici finalizzata alla diffusione di informazioni sui pericoli dell’energia nucleare: affiliata all’International Physicians for the Prevention oh the Nuclear War, ricevette il Premio Nobel per la Pace nel 1985.

Sempre negli USA (1980) Helen Caldicott fondò (1980) WAND (Women’s Action for Nuclear Disarmament). Nel 1982 ricevette il Premio «Umanista dell’anno» dalla American Humanist Association. Tornata negli Stati Uniti nel 1995 fu Presidente Fondatrice della STAR (Standing for Truth About Radiation) Foundation

Dal 2008 tiene un programma radio settimanale – “Se ami questo pianeta“, diffuso anche sul web.

La sua figura ha ispirato numerosi film fra i quali: Eight minutes to midnight, candidato a un Academy Award nel 1981; If you love this planet (Academy Award come miglior documentario nel 1982); Helen’s War: portrait of a dissident,. (2004), ecc.

Oggi Helen Caldicott divide il suo tempo tra Australia e USA. Ha fondato il Nuclear Policy Research Institute (NPRI) che è poi diventato Beyond Nuclear, di cui è presidente fondatore. Beyond Nuclear ha lo scopo di informare e sensibilizzare attivare le persone sulle connessioni tra l’energia nucleare e le armi nucleari e sulla necessità di abbandonarli entrambi per salvaguardare il futuro.




Facebook: L’ Ospedale Soccorre In Chat 
I Ragazzi In Difficoltà

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Facebook: L’ Ospedale Soccorre In Chat I Ragazzi In Difficoltà

Un gruppo di psicologi del Fatebenefratelli ha aperto una pagina Facebook per le confidenze su disagi e violenze

E’ nato su Facebook, “Zeng, Un Amico”. Se andate alla Pagina come ho fatto io leggete nelle info:

Se hai meno di 20 anni e c’è qualcosa che ti rende infelice o ti preoccupa, eccoci qui. Zheng è un aiuto on line, un amico veloce, semplice ed efficace. Un team di ragazzi come te e un gruppo di giovani psicologi sono qui per leggerti con attenzione e risponderti con impegno. Ed è gratis.

Chi è Zheng?

Zheng è un servizio pubblico gratuito, nato dall’idea di un gruppo di amici che fanno capo all’Ospedale Fatebenefratelli di Milano: giovani medici, psicologi, ed esperti di comunicazione, tutti insieme ma per una volta senza camice, senza ufficio, senza istituzioni col fiato sul collo. Non solo: Zheng è anche un gruppo di ragazzi under 20 formati dai nostri esperti in collaborazione con l’associazione Itaca per rispondere alle tue domande nel miglior modo possibile. Insomma, hai dalla tua un mix di professionalità, discrezione ed entusiasmo on line, del tutto inediti in Italia.

Perché Zheng?

Zheng è il nome di un grande navigatore cinese che tra il 1405 e il 1433 effettuò 7 spedizioni, con 317 navi e 28mila soldati, spingendosi fino all’Africa. E’ un personaggio transculturale, epico, simbolo di orientamento, carisma, coraggio…. Zheng è un modo per ritrovare la rotta, farsi forza, risolvere un problema, confrontarsi con un parere esperto senza sentirsi giudicati. Può essere utile anche a te. Non costa niente, non devi incontrare nessuno di persona, non devi neppure muoverti da casa: bastano il tuo pc e questa pagina di Facebook per essere sicuro di ricevere ascolto e attenzione.”

E puoi contattare in alcuni orari Zheng tramite email Chat Skipe

Fino a qui Zheng, ma poi da una ricerca ho scoperto che dietro “Zheng: un amico” vi è “un team di pediatri, adolescentologi, neuropsichiatri infantili e psicologi. Il servizio garantisce una forma di intervento psicosociale evoluto e un riscontro epidemiologico del tipo di richiesta e di contatto. Questa è La prima pagina Facebook per gli adolescenti in difficoltà, nasce da una partnership tra Ospedale Fatebenefratelli e Olftalmico e Associazione Itaca Onlus (dove ha sede il progetto), E rappresenta Un ascolto e tante risposte per i giovani in situazioni di disagio.

All’ Inizio leggendo ho avuto un pò di perplessità, io preferisco il contatto diretto con la persona, ma poi ho pensato al successo che ha avuto il sito inglese youth health talk che col suo Forum my youth health talk parla a migliaia di giovani da anni e del loro disagio aiutandoli, ho pensato che se questo può servire ad agganciare giovani in difficoltà psico/sociale che in altra maniera non si espongono ben venga

Se sei su Facebook vai alla pagina: “Zheng, un amico

News: Il Nordic Cochrane Centre Danese Accusa l’EMA: Manca Trasparenza Sui Trial Clinici dei Farmaci

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Il  Nordic Cochrane Centre Danese Accusa l’EMA: Manca Trasparenza Sui Trial Clinici dei Farmaci

I ricercatori del Nordic Cochrane Centre in Denmark, dalle pagine del ‘British Medical Journal’ hanno lanciato una dura accusa all’autorita’ regolatoria Europea (Ema, European Medicines Agency):” (L’ EMA) sta proteggendo i profitti delle aziende farmaceutiche, invece delle vite e del benessere dei pazienti, tenendo nascosti i dati sui trial clinici non pubblicati”. Gli esperti chiedono il pieno accesso ai dati editi e inediti, “per consentire che i benefici e gli effetti nocivi dei farmaci possano essere valutati in maniera indipendente da parte della comunita’ scientifica”. Secondo Peter Gotzsche e Anders Jorgensen, infatti, attualmente ” i medici non sono in grado di scegliere la terapia migliore per i propri pazienti, perche’ i risultati delle ricerche vengono resi noti in maniera selettiva.”. I due scienziati sostengono che la notifica selettiva di questi studi puo’ avere “conseguenze disastrose” e fanno anche esempi di medicinali, poi ritirati dal commercio, il cui uso si sarebbe potuto limitare se tutti i dati che li riguardavano fossero stati resi disponibili. E la colpa, per Gotzsche e Jorgensen, e’ delle agenzie regolatorie, in particolare di quella europea che dovrebbe innanzitutto richiedere la documentazione elettronica alle aziende richiedenti le autorizzazioni, un formato piu’ facile anche da rendere pubblico.

Approfondimenti:

Nordic Cochrane Centre Denmark Report: Getting access to unpublished clinical trials at the European Medicines Agency

Peter C. Gøtzsche, professor and director

Anders Juhl Jørgensen, physician, PhD student

4 May 2011

L’Articolo su BMJ dei ricercatori:

BMJ 2011; 342:d2686 doi: 10.1136/bmj.d2686 (Published 10 May 2011)

Opening up Data at the European Medicines Agency

Peter C Gøtzsche, professor, Anders W Jørgensen, PhD student

“COCALARI”: Mostra Fotografie di Alfredo D’Amato

Mostra Fotografica

COCALARI

fotografie di Alfredo D’amato

a cura di Emilia Valenza

giovedì 12 maggio 2011, ore 18.30 galleria X3

via Catania, 35. Palermo.

orari: lun. – sab. (chiuso domenica) 10.30- 12.30 / 17.00- 19.30

12/28 maggio 2011- Galleria X3 – Palermo

la Mostra:

L’ Esposizione, a cura di Emilia Valenza, presenta ventinove fotografie scattate nel 2004 a Calea Vacaresti nella periferia di Bucarest. Nel 1989, in romania, in seguito alla rivolta che portò alla caduta del regime comunista di Ceausescu, molte famiglie restarono senza casa. molti hanno trovato sistemazione nei sobborghi di Bucarest, abitando così le costruzioni familiari realizzate dal regime comunista. altri però non sono stati così fortunati. a Calea Vacaresti, nella periferia di Bucarest, quattro famiglie hanno realizzato le loro case nel bacino di un lago artificiale prosciugato. Sopravvivendo grazie alla vendita di metalli riciclati, hanno costruito le loro baracche con cartoni, plastica, mattoni e residui di immondizia. Ogni primavera la polizia viene per demolire le capanne, ma gli abitanti di Calea Vacaresti non hanno altri posti dove andare. Mai registrati alla nascita, non sono cittadini del loro stesso paese, e quindi sono esclusi dalle limitate strutture sociali del welfare della romania moderna. L’arrivo dell’inverno porta le temperature al di sotto dei 20 gradi. Con fogli di plastica che fanno da finestre, la temperatura dentro le baracche non è diversa da quella esterna. tutto sembra elemosinare calore. I cinque bambini che vivono lì non lasciano i capannoni per tutto l’inverno respirando i fumi provenienti dai frammenti di plastica dati in fiamme. Cocalari ci presenta uno strano mondo fatto di mezze misure, una mezza vita vissuta in un luogo dove c’è un rifugio, ma nessun calore; dove c’è possesso, ma nessuna abbondanza: un quartiere di Bucarest dove nessuno sarebbe dovuto andare.

Il Fotografo:

Alfredo D’amato (Palermo, 1977) ha studiato Fotografia Documentaristica alla UWN di Newport.  Attualmente vive a Palermo, Sicilia. Ha vinto il prestigioso observer Hodge Photographic award, primo premio studenti ed è stato insignito del one media first prize award per il fotogiornalismo. recentemente ha vinto il terzo premio alla competizione internazionale “UNICEf” Photo of the year, a Colonia.

http://www.alfredodamato.com

La Galleria:

La Galleria X3 presenta la sua programmazione espositiva:

Direzione artistica: Ezio ferreri, Emilia Valenza

staff curatoriale: Claudia Moscone, Giulia Scalia

ufficio stampa: Giulia Scalia

organizzazione: Vera Ferreri

contatti: press@galleriax3.org – 388 3250068


News: Pronto Soccorso: Indagine Sulle Vere Criticità. Le Proposte Del Ministero Della Salute  

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Pronto Soccorso: Indagine Sulle Vere Criticità. Le Proposte Del Ministero Della Salute

Anaao e Assomed hanno affiancato Cittadinanzattiva-Tdm nello svolgimento di un’indagine sulla qualità e la sicurezza dei Pronto soccorso in Italia.

L’indagine del Tdm riguarda 70 pronto soccorso sui 100 giunti, per il 18,5% provenienti dal Nord, per il 31,5% dal Centro (escluso il Lazio), per il 35,7% dal Lazio e per il 18,5% dal Sud. E ad emergere, innanzitutto, è proprio “l’esiguo numero di personale, che si riduce nei giorni festivi e nelle ore notturne. Personale medico e paramedico competente ma non quantitativamente adeguato rispetto ai frequenti accessi”, rileva il Tdm. I tempi medi di attesa per l’accesso al triage variano da un da pochi minuti ad un massimo di 30 minuti, ma una volta attribuito il codice, i tempi si dilatano enormemente. Per i codici gialli (più gravi) possono raggiungere le 5 ore, per i codici verdi anche 12. Ma ci sono tanti altri aspetti da migliorare. Anche a livello strutturare. Su 24 pronto soccorsi, si sono trovati da un minino di due ad un massimo di 10 malati in piedi in attesa. Gli ambienti sono sovraffollati nel 40% dei casi, con barelle aggiunte (in media 5 per pronto soccorso monitorato,  mentre scarsi sono i posti letto di osservazione, che devono essere aggiunti nel 21,5% dei Pronto soccorso. Fuori dal Pronto soccorso, nel 24,3% dei casi, ci sono ambulanze ferme in attesa di riconsegna della barella in dotazione del mezzo di soccorso. Dentro, intanto, nel 37,7% dei casi i malati in attesa da oltre 6 ore per un ricovero/ assegnazione posto letto. Ma i tempi di attesa, in caso di assegnazione di posto e di necessità di osservazione breve, possono addirittura superare i 3 giorni. Bocciato anche l’esame della privacy: nella maggior parte dei Pronto soccorso le persone vengono chiamate per nome o non vi sono spazi adeguati per garantire la riservatezza. Scarsa la comunicazione.

Secondo Assomed Anaao e Cittadinanza Attiva TDM il Pronto Soccorso esplode perché “il territorio non riesce a rispondere alla domanda di salute e di emergenza così come servirebbe. I posti letto attualmente disponibili sono comunque pochi rispetto alla reale necessità dimostrata dagli accessi. E vi è sopratutto una reale mancanza di personale:”

Intanto sembra sia andato bene l’incontro tra il ministro della Salute e i sindacati medici della dipendenza e delle convenzioni convocato per discutere la riforma del sistema di emergenza-urgenza. Obiettivo principale lo spostamento sul territorio dell’assistenza per i codici bianchi e verdi. I medici hanno condiviso il target ministeriale sottolineando, però, come vi sia l’esigenza di maggiori risorse di personale. Inoltre, i camici bianchi hanno insistito sul fatto che bisognerà procedere in un’ottica di sistema per far luce sulle cause reali del caos nei Pronto Soccorso e scioglierne i nodi a 360°.

IL comunicato dei sindacati:

“RIDURRE I CODICI BIANCHI E ADEGUARE GLI ORGANICI”

“Le Organizzazioni Sindacali della dirigenza medica e della medicina convenzionata hanno condiviso le linee di intervento esposte dal Ministro della Salute Ferruccio Fazio nell’incontro che si è svolto oggi in merito alla riorganizzazione del sistema di emergenza-urgenza. In modo particolare è stato condiviso l’obiettivo di ridurre l’afflusso dei codici bianchi e verdi attraverso una maggiore integrazione tra ospedale e territorio, ma anche la necessità di lavorare in un’ottica di sistema.

Il vero problema dei Pronto soccorso oggi è l’eccesso di domanda di ricovero soprattutto nell’area medica per cause epidemiologiche e demografiche cui si è accompagnata negli anni una progressiva riduzione del numero dei posti letto per acuti e di personale dedicato, specie nelle Regioni soggette ai piani di rientro”.

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